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Quaresima 2022
"Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!" (2 Cor 6,2).
Carissimi confratelli,
anche quest’anno abbiamo il dono di vivere il tempo forte della quaresima. I riti, le liturgie che stiamo vivendo sono le stesse, ma noi siamo cambiati, siamo diversi! Stiamo vivendo un momento storico, culturale ed ecclesiale di portata unica: il nostro è un tempo da capire, proprio nel senso etimologico di capére: "prendere, afferrare, com-prendere" per poterlo adeguatamente abitare, un tempo da amare perché nostro, perché non c’è e non ce ne sarà, per noi, altro e perché è un tempo dove Io Spirito è all’opera e fa salvezza nonostante le nostre inconcludenze e irresponsabilità; un tempo da evangelizzare perché a noi è stato confidato, dal Buon Pastore, la perla preziosa del regno, la parola salvifica del Vangelo.
Ma un tempo da capire, un tempo da amare, un tempo da evangelizzare necessita di un tempo ascoltato. Il tempo della quaresima è un tempo favorevole per ascoltare e ascoltarsi recuperando e vivificando la Relazione e le relazioni.
"Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!"
Siamo noi la novità, ma dobbiamo esserne convinti e dobbiamo adoperarci a vivere questo tempo come tempo di rinascita dove l’ascolto diventa più che mai fondamentale per poter vivere adeguatamente l’oggi che non è solo "tempo difficile", ma tempo dello Spirito, tempo di pienezza! Tante sono le voci, a volte grida, che abitano questo tempo: quelle dei bambini, dei giovani, degli esperti, dei politici, della chiesa, dei malati, dei poveri...
Questo è il tempo favorevole per un’autentica conversione all’ascolto, per poter vivere questo
"oggi" continuando a sognare con i piedi per terra. Solo ascoltando in profondità ci rendiamo sensibili al soffio dello Spirito che fa nuove tutte le cose.
Ascoltare in profondità, cominciando da noi stessi, fa bene e ci educa ad essere attenti alla bellezza dello Spirito che agisce in tanti modi anche nel tempo che stiamo vivendo. Tutte le voci che ci circondano, se ascoltate hanno verità, bellezza, insegnamenti che ci trasformano vincendo il rischio dell’autoreferenzialità e dell’altezzosità.
Ecco, il primo augurio che vogliamo farci è che questo tempo sia per ciascuno di noi un tempo di conversione all’ascolto vivendo innanzitutto un atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio che parla al nostro cuore mediante la Sua Parola, i giovani e gli eventi della vita.
"Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!"
Non sciupiamolo questo tempo, non cediamo alla tentazione di assuefazione, di stanchezza, di lamentazione, di paura. Ricordiamoci che siamo custodi del fuoco e non guardiani di ceneri.
Il nostro primo impegno deve essere quello di ascoltare Io Spirito Santo come troviamo nel libro dell’Apocalisse: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che Io Spirito dice alle Chiese” (2,7) Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita. Ricordiamoci dell’esperienza del profeta Elia e scopriamo con lui che Dio è sempre un Dio delle sorprese, anche nel modo in cui passa e si fa sentire. Ecco come ci parla Dio! E’ per quella “brezza leggera” che dobbiamo rendere pronte le nostre orecchie, per sentire questa brezza di Dio che tiene vivo il fuoco della vita. Negli Atti degli Apostoli si racconta come Io Spirito sollecita, spinge, “costringe” la Chiesa a camminare per le vie di Dio, dismettendo le proprie.
Dobbiamo convertirci alla realtà, disposti a convertire anche il nostro modo di vivere l’azione pastorale, la progettualità. Dobbiamo impegnarci a curare il nostro cuore, lasciare che Dio ci guarisca restituendoci la nostra umanità, quella vera, che favorisce la carità e la fraternità.
Dobbiamo amare questo tempo educandoci ed educando alla verità ed educando il nostro cuore alla pazienza accettando che ci sono problemi che non possono essere risolti in breve tempo e con pochi sforzi.
"Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!"
Gesù ci insegna ad essere protagonisti di questo tempo attraverso la fede nel Padre misericordioso, la carità verso gli ultimi e la speranza in un rinnovamento interiore delle persone. Dopo la sua morte, dall’assenza fisica di Gesù è fiorita la vita eterna del Risorto e la presenza dello Spirito nella Chiesa.
Non siamo orfani! Lo Spirito chiede a ciascuno di noi di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo. Ciò che per altri viene visto una sconfitta, per un discepolo di Cristo può essere una vittoria come una perdita una conquista.
Cominciare a vivere la Pasqua, che ci attende al termine del tempo di Quaresima, significa considerare la storia nell’ottica dell’amore, anche se questo comporta di portare la croce propria e altrui.
Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita. Il digiuno corporate a cui ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, sapendo che Dio mai si stanca di perdonare. Non stanchiamoci di combattere contro la concupiscenza, quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti, 166). Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è tempo propizio per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale comuniCazione umana (cfr ibid., 43) fatta di «incontri reali» (ibid., 50), a tu per tu.”
«Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tzitti» (Gal 6,9-10a)
Cari confratelli, non scoraggiamoci!
Il tempo di quaresima sia per tutti un tempo di rinascita. Il deserto non ci faccia paura, ci aiuti ad abitare i nostri vuoti, le nostre mancanze, a chiamarle per nome e a ritrovare il gusto della “pienezza d’essere”. Ritorniamo ad essere obbedienti alla Parola e arresi allo Spirito. Dovremmo giungere a poterci firmare, dopo il nostro nome, come faceva il Venerabile Giuseppe Quadrio: docibilis a Spiritu Sancto!
Prepariamoci alle sorprese! Lo Spirito Santo ha bisogno di noi. Ascoltiamolo ascoltandoci. Non lasciamo fuori o indietro nessuno e andiamo incontro agli altri. Lasciamo che Io Spirito ci parli spezzando le nostre rigidità che non ci permettono di vivere la “fantasia della carità”.
La Parola di Dio, ogni giorno ci ri-presenta credenti obbedienti allo Spirito, capaci di rimodulare itinerari, relazioni, scelte, atteggiamenti e disposti a rimettersi in gioco, a dismettere schemi, ad andare controcorrente. Lasciamoci muovere da quella sana e santa inquetudine tipica della vera persona spirituale, del vero discepolo, di colui che sa di non essere arrivato, di non essere, ancora, come il Signore desidera che sia.
Ricordiamoci che questo è il “tempo favorevole”, questo è il tempo che il Signore ci dà da abitare: un tempo che non vedrà riedizioni né tempi supplementari. Un tempo, quindi, da vivere con tutta la serietà del credente, del consacrato! Facciamo nostre le parole di Ignazio di Loyola: “Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio”.
Noi non possiamo latitare: la nostra assenza, neppure Dio potrà colmarla! Questo è il tempo favorevole per combattere irresponsabilità, antipatie, giudizi e pregiudizi che possono deturpare il dono che di noi abbiamo fatto a Dio con don Bosco. Coraggio! Educhiamo il nostro cuore alla vera ed unica Pace che è Gesù! Buon cammino!
A ciascuno giunga il mio abbraccio fraterno e la mia gratitudine. L’eucarestia che celebriamo quotidianamente sia fermento di rinnovata fraternità, allargamento degli spazi di carità, farmaco di immortalità.
Maria ci custodisca nella pace!
Napoli, 8 marzo 2022
don Angelo Santorsola, Ispettore