Il progetto "Sud Italia"

La presenza salesiana ha inizio con l’apertura dei primi Istituti a seguito delle numerose sollecitazioni e inviti che don Bosco ricevette dalla popolazione meridionale. Egli stesso, nel marzo del 1880, compì un viaggio a Napoli grazie al quale poté verificare le condizioni precarie della gioventù e la necessità della presenza attiva dei salesiani sul territorio.

Don Michele Rua, suo primo successore, avviò formalmente il "Progetto Sud Italia" con le prime Case salesiane collocate a Castellammare di Stabia (Campania, 1894), Caserta (Campania, 1897), Corigliano d'Otranto (Puglia, 1901), Napoli-Vomero (Campania, 1901), Bova Marina (Calabria, 1898) e di Catanzaro (Calabria, 1894). Nel 1902 istituì la prima “Ispettoria Napoletana” con l’intento di conferire maggiore rilevanza e organicità all'intervento educativo nei territori della “Campania e del Salento”. La neo-Ispettoria, che durò solo nove anni, comprendeva le presenze di Castellammare di Stabia, Caserta, Alvito, Napoli, Corigliano d’Otranto e Portici come provvisoria sede centrale.

Nel 1911/12, sotto il rettorato di Don Albera, le Case salesiane campane e pugliesi tornarono ad essere amministrate dall’Ispettoria Romana. Quelle calabre, invece, restarono comprese nella Sicula. Il decennio seguente fu caratterizzato da un processo di consolidamento delle suddette Case nelle realtà locali e rispetto alle specifiche forme di povertà della popolazione. Emblematici furono gli esempi dei salesiani a Corigliano d'Otranto, con la scuola agraria atta ad offrire strumenti teorici e pratici in un territorio agricolo sfavorito dalla natura geologica dei terreni e la scarsità di acqua; e a Borgia-Soverato, voluti per lenire le tragedie causate dal terremoto calabro del 1905.

Nel 1922 nasce la seconda "Ispettoria Napoletana" estesa a tutta l'Italia peninsulare meridionale: contava 12 Case e 114 Confratelli, con il salesiano Don Arnaldo Persiani primo Ispettore. L’operato educativo, secondo i bisogni del tempo era prevalentemente di natura scolastica/collegiale e contraddistinto dall’immancabile Oratorio festivo. Si distinsero gli Orfanotrofi di Bari e di Corigliano, la Casa per Sordomuti di Napoli-Tarsia e l'Aspirantato a Torre Annunziata. Non mancavano gli “avamposti” salesiani in contesti sociali di frontiera e realtà parrocchiali virtuosamente in dialogo con la Chiesa locale.

Nel 1940, alla vigilia della seconda Guerra Mondiale, le statistiche registravano 240 sacerdoti salesiani attivi in 10 Case campane, 10 pugliesi, 3 calabre, 1 lucana. Il periodo bellico e postbellico fu vissuto in piena comunione con le popolazioni locali ed i loro disagi socio-economici. La Casa di Caserta, con il suo Santuario, subì i bombardamenti della guerra ma intraprese subito una coraggiosa e caritatevole opera di "ricostruzione". La successiva ripresa politica e socio-economica nazionale favorì la rinascita di molte case salesiane, nelle strutture fisiche e nelle proposte educativo/pastorali.

Nel 1959 l'Ispettoria Napoletana si costituiva di 32 Case e circa 500 sacerdoti. Continue erano le richieste di nuove aperture e promettente era la fioritura vocazionale. Così, sotto il Rettorato di Don Ziggiotti il territorio meridionale venne suddiviso in due circocscrizioni salesiane: l’Ispettoria Campano-Calabra (con sede a Napoli) e quella Pugliese-Lucana (con sede a Bari). Furono anni di particolare crescita, soprattutto per la Pugliese-Lucana.

Negli anni successivi il 1968, a seguito degli eventi nazionali e ecclesiali del tempo, il nuovo assetto territoriale viene riesaminato. Si ritorna così alla riunificazione delle regioni sotto un’unica Ispettoria: l’Ispettoria Meridionale. La sede centrale viene collocata a Napoli con l’Ispettore Don Pasquale Liberatore (1972), 34 Case salesiane e 420 sacerdoti. Nella vita religiosa si punta al rinnovamento, ispirati dal Concilio Vaticano II e dal Capitolo Generale Speciale della Congregazione Salesiana. Sul versante della missione, si prende coscienza delle nuove realtà giovanili e delle molteplici forme di povertà contemporanee. Ciò ha determinato fino ad oggi un necessario ripensamento organizzativo dei salesiani a livello ispettoriale e locale, una ricollocazione socio-educativa delle Opere, nella ricerca di una nuova significatività pastorale.

 

Procedendo “con Don Bosco e con i tempi”, l'Ispettoria Meridionale ad oggi opera nel sud Italia e in due “terre di missione”, Albania e Kosovo, attraverso 27 Case salesiane e l’instancabile impegno di salesiani, laici e volontari che operando generosamente per la salvezza delle giovani generazioni, guardando con fiducia alle sfide future.

 

Approfondisci

CRONOLOGIA DEI SUPERIORI SALESIANI

Ispettoria Napoletana "San Gennaro"

Don Arnaldo Perdisani
1922-1929
Don Giovanni Simonetti
1929-1936
Don Ruben Uguccioni
1936-1939
Don Giuseppe Festini
1939-1946
Don Antonio Toigo
1946-1951
Don Ruggero Pilla
1951-1953

Ispettoria Napoletana "San Gennaro"

Don Luigi Pilotto
1953-1959
Don Antonio Marrone
1959-1965
Don Cesare Acri
1965-1972

Ispettoria Pugliese "San Nicola"

Don Luigi Pilotto
1959-1960
Don Luigi Violante
1960-1966
Don Antonio Marrone
1966-1972

Ispettoria Salesiana Meridionale

Don Pasquale Liberatore
1972-1978
Don Alfonso Alfano
1978-1984
Don Amedeo Verdecchia
1984-1987
Don Antonio Martinelli
1987-1990
Don Luigi Testa
1990-1993
Don Emidio Laterza
1993-1999
Don Francesco Gallone
1999-2005
Don Pasquale Martino
2005-2011
Don Pasquale Cristiani
2011-2017
Don Angelo Santorsola
2017-2023