Cosa sei pronto a donare?

lunedì 1 settembre 2025
Cosa sei pronto a donare?

Esiste forse amore più grande di quello che Dio ha per noi? Un amore che non conosce confini né di tempo né di spazio? Un amore che sa accoglierci come uomini bisognosi di salvezza, della salvezza eterna? Tutto il mistero ruota intorno a un Dio che, per amore, si è fatto come noi e morendo sulla croce si è caricato del nostro peccato, dei nostri errori, delle nostre fragilità.
 
Queste ultime sono parole che, nel loro fragore silenzioso, sono risuonate spesso nelle giornate trascorse accanto ai ragazzi dell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida, durante l’Esperienza missionata di agosto del Movimento Giovanile Salesiano. Parole che non sono rimaste tali ma che, al contrario, si sono trasformate in occhi che hanno provato a vedere una luce, in gesti che hanno ricordato la timidezza di saper amare ancora come i bambini, in racconti che hanno voluto essere l'inizio di una rinascita da un passato ombroso. Dodici giorni insieme con il desiderio di portare un briciolo di speranza, di ricordare che quell'amore, di cui scriviamo sopra, esiste ancora ed è lì che ci avvolge già, anche quando facciamo davvero tanta fatica a crederlo vero.
 
Sebbene tutto questo sia vero e nonostante le "carriere" da animatori salesiani sulle spalle, abbiamo dovuto ricordarlo anche a noi stessi. Sarebbe stato da ipocriti testimoniare qualcosa che, in fondo, anche noi avevamo messo da parte o dimenticato. E perciò l'abbiamo ricordato con la preghiera, il servizio, le condivisioni di vita, il silenzio e lo stare insieme. Ci siamo riconosciuti peccatori e con lo stesso desiderio di salvezza che avevamo visto nei ragazzi. Accanto alle loro vite si sono intrecciate le nostre che, tanto quanto le loro, gridavano un bisogno d'amore profondo. Così, tutto ha iniziato ad assumere un significato diverso. Ci siamo resi conto che il punto fisso a cui guardare ogni mattina, prima di raggiungere l'isola di Nisida e poi le nostre isole quotidiane doveva essere il Signore: testimoniare il suo amore significava custodirlo dentro di noi, averlo ancorato con la stessa libertà con cui Lui ha deciso di amarci. Abbiamo provato a portare frutto, morendo ogni giorno per qualcosa di più grande, affrontando le giornate con semplicità e tanto entusiasmo proprio come Don Bosco ci ha insegnato.
 
In questo tempo insieme le nostre orecchie sono diventate più grandi per ascoltare pezzetti di vita passata che facevano fatica a ricucirsi con il presente; i nostri sorrisi sono diventati a portata di sguardo per sfuggire da tutti i pensieri negativi che sbucavano con i loro perché; le nostre mani hanno stretto più forte per ricordare che avevamo scelto di esserci, di essere lì con loro e per loro; le nostre gambe hanno resistito alla fatica per divertirci e sudare insieme, tra una partita a palla quadrata, pallavolo e calcetto, sul finire di un agosto ancora tutto da scoprire. Giorni intensi, ricchi, pieni di qualcosa che va oltre le parole. È stato un tempo di grazia per loro e tanto anche per noi; un tempo di attese e di ritorni, di domande e risposte, di "cosa sei disposto a perdere?" e "cosa sei pronto a donare?"; è stato un tempo in cui ci siamo fidati e affidati al Signore per lasciarci sorprendere, amare e ad aiutare a rinascere dalla polvere.

Rosina Alessio