Un sì cresciuto all’oratorio

mercoledì 4 giugno 2025
Un sì cresciuto all’oratorio

L’ aria si era fatta, ormai da un po’, densa di attesa. Per mesi ci siamo preparati a questo evento… lo abbiamo sognato, immaginato, desiderato, e senza dubbio viverlo è stato più bello di quanto potessimo sperare: l’ordinazione sacerdotale di Don Luigi Sergio, uno di noi, cresciuto nel nostro cortile, nelle nostre stanze, sotto lo sguardo attento e amorevole della comunità, è stato un dono grande. La sua ordinazione è diventata la nostra festa, il nostro grazie a Dio.

I giorni che hanno preceduto il grande evento si sono articolati in un crescendo di emozioni. Giovedì 29 maggio, Luigi, con la sua semplicità profonda, ha saputo toccare e parlare ai cuori prima dei ragazzi delle scuole medie e poi, in serata, a quelli delle superiori e ai giovani dell’oratorio, condividendo con loro un bel momento di fraternità e rispondendo alle loro domande e curiosità, creando un dialogo vero, che non si dimentica.

Il giorno dopo, venerdì 30, ci siamo raccolti in una veglia di preghiera, organizzata da ragazzi e giovani dell’oratorio, guidati dalla figura di Michele Magone che ci ha accompagnati lungo un percorso attraverso le tre tappe del discernimento: ascoltare, interpretare, scegliere, tre verbi che raccontano bene il cammino vocazionale di Luigi, ma anche il nostro, come comunità che cerca, che si interroga e che cammina sinodalmente. È in questo frangente che abbiamo vissuto un momento veramente toccante: la benedizione del calice e della pisside, il dono preparato per lui, segni di un amore concreto, di un’appartenenza profonda, il nostro modo per dirgli: “Siamo con te, sempre”.

Ma è stato di certo sabato 31, vedendo la nostra chiesa trasformarsi in un abbraccio vivo di volti e cuori, che abbiamo celebrato un’esperienza indescrivibile, in cui ogni parola, ogni canto o gesto ci è sembrato sospeso in un tempo eterno, sacro. Quando Luigi è diventato Don Luigi, ci siamo sentiti più ricchi, più uniti, percependo il segno di Dio che cammina ancora in mezzo a noi e leggendo sul suo volto la bellezza e la felicità che si può provare nel rimettersi e abbandonarsi totalmente a Lui.

Il momento di festa successivo alla celebrazione è stato davvero un dono che abbiamo tentato di curare con amore e nei minimi dettagli, mobilitandoci in massa come comunità e coinvolgendo tutti per l’organizzazione, dai più piccoli ai più grandi, indossando con fierezza e orgoglio una maglietta realizzata per l’occasione.

Domenica abbiamo vissuto il termine di un cammino lungo, intenso e condiviso: la prima messa di Don Luigi, un momento denso di emozione, che ha visto il nostro oratorio raccogliersi ancora una volta attorno a lui, questa volta non più come giovane in cammino, ma come sacerdote di Cristo. Vederlo celebrare con il calice e la pisside benedetti da Don Savino la sera della veglia ha reso tutto ancora più carico di significato, proprio perché quegli oggetti, frutto del nostro affetto, sono diventati strumenti della sua missione. C’era qualcosa di straordinariamente intimo e potente nel vedere Don Luigi consacrare l’Eucaristia per la prima volta, era come se il tempo si fosse fermato, per farci respirare insieme la realizzazione di un sogno, la compiutezza di una chiamata accolta con fede e coraggio.

Dopo la comunione, abbiamo voluto fargli un ultimo regalo: un canto di ringraziamento dal titolo “Tutto è possibile”, semplice ma speciale in quell’ occasione. Se pure gli abbiamo consegnato il testo del brano incorniciato e lo abbiamo invitato a cantare insieme a noi, gli occhi lucidi e la voce rotta hanno avuto la meglio, come d’altronde è stato un po’ per tutti.

Ora che i riflettori si abbassano e le giornate tornano al loro ritmo quotidiano, ci resta un’eredità profonda, un patrimonio di fede, gratitudine e gioia che non si spegne, ma si custodisce nel silenzio della preghiera e nei piccoli gesti quotidiani. Resta la certezza che Dio ha operato meraviglie in mezzo a noi e che, con don Luigi, ne continuerà a compiere molte altre.

Maria Francesca De Giorgi,
animatrice dell’oratorio di Salerno