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Sintesi degli interventi al Convegno PG
Dal 27 al 29 agosto si è svolto l'annuale convegno di Pastorale Giovanile al quale hanno preso parte tutti i salesiani e i laici delle Comunità Educativo-Pastorali dell'Ispettoria Salesiana Meridionale, riflettendo sul nuovo tema della pastorale giovanile di quest’anno: “Amati e Chiamati”. Due importanti relatori hanno preso parte a queste tre giornate intense di convegno, rispettivamente nella giornata di Venerdì,Don Luigi Maria Epicoco, con "l'introduzione Biblico Teologica alla proposta pastorale” e successivamente nella giornata di sabato, Don Miguel Angel Garcia Morcuende, trattando il tema del “Sogno” e della “chiamata” in un’ottica Salesiana e contemporanea, hanno dato vita a testimonianze che hanno arricchito e posto nuovi spunti di riflessione e confronto tra i partecipanti.
Don Luigi Maria Epicoco: “la postura del sogno è la postura della cristianità”.
L’intervento di Don Luigi Maria Epicoco - presbitero, teologo, filosofo e scrittore italiano; preside dell'Istituto Superiore Scienze Religiose Fides et Ratio ISSR dell'Aquila e assistente ecclesiastico del Dicastero per la comunicazione ed editorialista dell'Osservatore Romano – si è incentrato sulla tematica del “sogno”. “Educare in maniera cristiana significa aiutare le persone a capire chi sono”, esordisce Epicoco aprendo l’intervento. Il nostro Signore Gesù ha bisogno di persone che hanno un nome e un’identità: il Sogno di Don Bosco a nove anni non deve essere ricordato come “letteratura” ma è fondamentale per trovare la propria dimensione personale. Il Sogno è importante nella vita cristiana: infatti Dio, ricordando la vita di Don Bosco, per parlare usa i sogni. Al contrario, sottolinea Epicoco, la nostra società attuale ha una cultura incentrata sul programmare ma la pianificazione è una tentazione di comando, falsa e illusoria, perché spesso la vita scombina tutto all’improvviso. I problemi nascono quando la vita dei ragazzi non procede come “pianificato”: la sciagura del Covid, problemi sociali, familiari, economici, lavorativi mettono tutto in crisi. Ma la crisi, ricalca Epicoco, deve essere occasione cambiamento: Don Bosco è un validissimo esempio di resilienza, non si è mai sottratto alle difficoltà ma il Sogno gli ha fatto comprendere che sarà guidato. La realtà vista in ottica Salesiana ci deve rendere flessibili agli imprevisti della vita.
La dinamica educativa deve seguire lo stesso percorso: essere flessibile per capire di volta in volta le necessità e problematiche dei ragazzi. Il discernimento salesiano in ottica di contesto formativo, aggiunge Epicoco, comporta il confronto fra la vocazione personale e il carisma della Congregazione. Don Bosco ha sognato tutta la vita, nonostante le difficoltà…ma siamo ancora capaci di sognare? È fondamentale aiutare i ragazzi ad aver fiducia e dar loro una direzione affidabile, perché la realtà intorno a noi cambia e dobbiamo fare altrettanto. Ma in che modo dobbiamo cambiare per rimanere noi stessi? Per poter sognare bisogna fidarsi e la fiducia nasce da una relazione. La vita spirituale è relazione, amore e fiducia.
Don Miguel Angel Garcia Morcuende: “Cosa vuol dire essere amati e chiamati? Le parole del Sogno esempio per tutti noi”.
Don Miguel Angel García Morcuende, SDB, Presidente del DBI e Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile salesiana, apre il suo intervento con un concetto chiave “Dio ci ama come siamo, ci stacca dalla folla”. La dinamica dell’amore richiama la nostra personalità, ci fa sentire unici e ci consente di relazionarci con gli altri.
Nel suo intervento ha esposto tre concetti chiave:
- Mantere acceso il desiderio della chiamata di Dio
- Cura di sé stessi e della casa comune
- Servire bene
“Il nostro ‘virus’ è l’attivismo – aggiunge Morcuende – ma avvertiamo la fatica e il pericolo di una frattura, perché l’attivismo può svuotarsi anche dalle intenzioni migliori”. Per mantenere sempre il desiderio di servizio, è necessario cercare non solo Dio ma anche noi stessi. Le parole “umile, forte e robusto” del Sogno di Don Bosco sono volontà ad una vita unificata a sé e agli altri. È fondamentale entrare nel nostro “spazio interiore” dove ascoltiamo la voce dell’Altissimo, perché è colma di valore e talento. Dobbiamo disporre il nostro cuore al Padre come insegnò Gesù alla Samaritana («Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno»). Bisogna stare attenti, perché per coltivare la spiritualità ci vuole “sete” per sentire il bisogno di Dio e non chiudersi in una volontaria “disidratazione”.
Gli altri hanno bisogno di Noi, ma anche noi di noi stessi, perché solo se ci prendiamo cura possiamo accompagnare gli altri. Armonizzare e curare la nostra persona, mente e cuore è un continuo esercizio nella conoscenza di sé stesso…ed è la chiave per comprendere e aiutare i nostri giovani e curare il progetto di vita che Dio ha per loro.
La necessità di una Formazione comunitaria non è una conferenza, ma la risposta alla vocazione e giuda per le strade a nuove sfide. È importante crescere e cambiare con i giovani, perché il mondo cambia e il nostro atteggiamento deve essere sempre più realista, aperto e comprensivo.
I giovani devono essere sempre i nostri protagonisti, perché la Casa Salesiana non è un luogo ma un’esperienza che cambia la vita. Basiamoci sempre sul legame affettivo, perché l’amare è nel Sistema Preventivo Salesiano.
“Ricordiamoci di prenderci cura degli spazi per la preghiera, così possiamo adattarci alla realtà del tempo che viviamo - sottolinea don Morcuende - la Pastorale dell’Estetica nella cura della Casa Comune”.
Don Morcuende conclude l’intervento sui giovani riprendendo una frase di Benedetto XVI “la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione, dobbiamo sognare per loro e con loro”.
Fulvio Mastroianni