IL DIARIO DI SANTIAGO

venerdì 19 settembre 2014
IL DIARIO DI SANTIAGO

Sono passate alcune settimane da quando siamo rientrati da Santiago de Compostela, ma ogni volta che qualcuno mi chiede di raccontare di questa breve ma intensa esperienza, aggiungo qualche nuovo tassello alla mia elaborazione personale.
Siamo partiti in quindici, tra i 18 e i 41 anni, da diverse realtà, con diversi vissuti, ma legati dallo stessa carisma, rispondendo ad una proposta del MGS dell’Italia Meridionale.
Nessuno sapeva a cosa sarebbe andato incontro in questo piccolo esercizio dello spirito, però ci siamo lasciati trascinare e meravigliare da ogni granello di terra calpestato, ogni sorriso incrociato, ogni saluto scambiato.
In questo viaggio siamo stati accompagnati da un prezioso diario di bordo, attraverso il quale abbiamo provato a “fermare” nella memoria collettiva la quotidianità e le sensazioni personali.

7 agosto: Napoli – Sarria
Incontrandoci per la prima volta, ci diamo appuntamento all’aeroporto di Madrid, affrontando già subito insieme, come una piccola famiglia, l’interminabile viaggio verso Sarria, tappa sul cammino francese e punto di partenza del nostro peregrinare verso Santiago.
8 agosto: Sarria – Portomarin 22,4 Km
Partenza h 6.30. Con tutto l’entusiasmo ci avviamo poco prima del sorgere del sole attraverso campi e boschi. Dopo poco più di un Km, una ripida salita ci mette subito a dura prova. È forse il primo impatto, forse la prima vera salita, ma in questo momento veniamo tutti messi davanti alla reale fatica dell’esperienza che abbiamo appena iniziato. E non sappiamo ancora dell’altissima scalinata che ci aspetta all’entrata di Portomarin. Per tutto il giorno siamo stati accompagnati da una pioggerella costante, ma a sera il momento della condivisione, la celebrazione e la cena insieme sembrano avere un effetto ristoratore per il fisico e il morale. Ognuno prova a parlare delle motivazioni che lo hanno spinto a partire, e una cosa è chiara fin da subito: nessuno sa cosa gli darà la meta, ma tutti sappiamo cosa ci sta già dando il cammino.
9 agosto: Portomarin – Palas de Rei 25 Km
Anche se provati dal primo giorno, ci rimettiamo in marcia per quella che dovrebbe essere la tappa più lunga. I Km in più aumentano il dolore e minano la resistenza anche psicologica. Oggi, più di ieri, faccio fatica a godere del cammino. Alfredo non mi lascia mai sola e mi incoraggia a fare più che posso. A rinfrancarci il sole che finalmente ci scalda durante la condivisione, per non parlare del buonissimo “Pulpo á feira” in un’anonima ma indimenticabile pulperia.
10 agosto: Palas de Rei – Melide 14,8 Km
Si prospetta una rilassante passeggiata, ma la pioggia non ci abbandona nemmeno per un momento. Dopo la durissima prova della seconda tappa, questa sembra essere il punto di svolta di questa esperienza. Mi impongo di non pensare più alle difficoltà e di vivere positivamente il cammino. Di tanto in tanto ci telefoniamo per sapere dove siamo e come stiamo: ci pre-occupiamo l’uno dell’altro. A migliorare ulteriormente la giornata, all’arrivo a Melide c’è Vincenzo che ci aspetta per accompagnarci all’ostello.
11 agosto: Melide – Arzúa 14 Km
Incredibilmente il grosso del gruppo riesce a fare la maggior parte della tappa insieme. La sensazione è piacevolissima e i primi 10 Km volano tra canti e bans. Facciamo anche una divertentissima a gustosissima sosta lungo il percorso mangiando una deliziosa empanada gallega al pollo. Chiacchierare con don Federico fa scorrere inavvertitamente gli ultimi Km. Ad Arzúa ci sistemiamo in un ostello privato e decidiamo di approfittare della bellissima giornata di sole, sfruttando la cucina attrezzata e l’area per il pranzo all’aperto. In questo clima così familiare scopriamo anche di aver sentito tutti venir fuori il nostro dna comune di figli di Don Bosco. La serata passa in grande allegria con tantissime risate.
12 agosto: Arzúa – Pedrouzo 19,1 Km
Nonostante la solita pioggerella, queste tappe diventano sempre più belle e più godute. Ad un paio di Km da Pedrouzo facciamo una pausa con Mario e decidiamo di assaggiare un panino con la tortilla di patate. All’ostello arriviamo quasi tutti contemporaneamente. Fa anche freddino. Facciamo il bucato e la secadora-asciugatrice tutti insieme. La cosa bella è che, al sesto giorno di “convivenza”, ripiegando il bucato con Stefania, ne riconosciamo anche i vari proprietari. Sembriamo tutti rilassati, ma l’emozione per l’ultima tappa inizia a farsi sentire. Fabiana si impacchetta le gambe con celofan e pomata. Non cediamo al dolore: la meta è vicina.
13 agosto: Pedrouzo – Santiago 20 Km
Ci svegliamo con Riccardo che corre eccitato tra i letti a castello. Partenza alle h 6.00. Per la prima volta siamo tutti puntuali, ma subito ci ritroviamo divisi in gruppetti a dover attraversare un fitto bosco dove a ben poco serve la luce della luna che splende ancora alta nel cielo. Mentre scherziamo sull’inquietante situazione, Simona tira fuori il suo fantastico cellulare con l’applicazione torcia. È talmente buio che non sappiamo nemmeno bene dove mettere i piedi ma, nonostante il contesto non molto incoraggiante, ci sentiamo al sicuro. Camminiamo così per circa un’ora, quando finalmente tutto inizia ad illuminarsi. Dopo poche ore riusciamo a radunarci a Monte de Gozo, dove ci siamo dati appuntamento per poter percorrere l’ultimo tratto insieme. La fatica è tanta, Enzo è l’esempio della determinazione. Recitare il Rosario ci aiuta a tener duro. Un’enorme scritta rossa “Santiago de Compostela” ci accoglie all’ingresso della città, ma della Cattedrale nemmeno l’ombra. Continuiamo a camminare per almeno un paio di Km e finalmente tra i palazzi intravediamo le guglie. Mi volto verso Marialuisa e il grande sorriso che ci scambiamo quasi ci commuove. Sembrano essersi anestetizzati tutti i dolori e in un baleno siamo prima a Piazza dell’Obradoiro e poi in Cattedrale per la Messa del pellegrino. La celebrazione sta per iniziare e il portale della Gloria è chiuso. Un angelo spuntato dal nulla ci dirotta verso l’entrata laterale. C’è un gruppo di famiglie del movimento agostiniano ad animare. Non capiamo bene le parole dei loro canti, ma ne percepiamo perfettamente il contenuto emotivo. L’enorme botafumeiro è appeso immobile davanti all’altare maggiore. Non essendo venerdì, siamo già rassegnati a ricordarlo così, quando vediamo degli omini, in un medievale abito granata, uscire dalla sagrestia portando dei carboni ardenti. Un paio si avvicinano al nodo della corda da cui pende l’incensiere. Non ci posso credere. Corro da Myriam che è elettrizzata quanto me. Il sacerdote che presiede la celebrazione aggiunge l’incenso e subito gli otto tiraboleiros lanciano il botafumeiro, come un pendolo, per le due braccia del transetto fino quasi a toccare il soffitto. È uno spettacolo unico. Cerchiamo commossi i nostri sguardi. Nel pomeriggio prima abbracciamo San Giacomo e poi visitiamo il suo sepolcro ringraziandolo e implorandolo: “Amico affidami a Dio!”
14 agosto: Santiago – Fisterra – Santiago
Dopo la prima disorientante notte passata nelle stanze singole del seminario minore, di buon ora prendiamo l’autobus per Fisterra. Ci aspettano altri 3 Km a piedi in salita per arrivare al faro sulla scogliera. Ci fermiamo in una suggestiva chiesetta del XII secolo e rinnoviamo la nostra fede nella preghiera del Credo. Proseguiamo fino ad arrivare al faro sulla cima della scogliera di Capo Fisterra. Le frecce gialle e le conchiglie che ci hanno accompagnati dal primo giorno lasciano spazio al Km 0. L’Oceano Atlantico si apre ai nostri occhi. La sensazione d’infinito e di libertà invade tutti. Alcuni scendono fino all’ultimo scoglio del nostro continente, fino ad essere toccati dalle onde. Altri restano in cima alla scogliera. Debora contempla l’infinito orizzonte. Siamo persi nei nostri pensieri e nello crepitio surreale di un fuoco acceso sulla scogliera, che brucia alcuni indumenti indossati nel cammino, come segno di ringraziamento e di abbandono di tutto ciò che non vogliamo più essere. Barbara lascia tra le rocce una croce fatta con i pezzi del suo bastone. Torniamo in città di corsa per il pullman ma don Fabio decide di rimandare la partenza per imprimere nella nostra memoria il ricordo di un’altra esperienza unica: il bagno nell'oceano. Alla "Plaja de Corveiro” l’acqua gelida è una vera purificazione che sembra dissolvere nella leggera corrente ogni nostra fatica.
15 agosto: Santiago – Madrid – Italia
Dopo la passeggiata per Madrid, i primi saluti in aeroporto ci riportano al nostro quotidiano. Non siamo più i “quince” che hanno intimorito i ristoratori di mezza Galizia.

Quest’avventura ha messo alla prova tutti, ognuno di noi ha dovuto affrontare da subito i propri limiti fisici e mentali, cercando di non essere di peso agli altri e allo stesso tempo non far sentire nessuno come un peso. Solo il sapere di non essere mai soli ci ha permesso di andare avanti: il nostro è stato un pellegrinare di famiglia.
Alla fine resta il ricordo delle persone incontrate, il sapore delle lacrime di gioia e commozione, le riscoperte e le rinascite personali, l'esperienza di reale condivisione nella precarietà e nella semplicità che fanno comprendere cosa sia davvero essenziale. Tutte bellezze che ci porteremo sempre dentro e ci legheranno indissolubilmente.
Grazie per aver vissuto insieme questa esperienza.
Ultreya! Suseya! Sempre!

Per i “Quince”
Mina Convertini

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