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Don Chávez al Centenario degli Exallievi
L'Ex-allievo di Don Bosco
e l'impegno oggi nella Società e nella Chiesa
Intervento del Rettor Maggiore
Centenario della Confederazione degli Ex-allievi ed Ex-allieve di Don Bosco
Torino, 29 aprile 2012
Cari fratelli e sorelle!
mi rallegro di essere con voi oggi, in questa città di Torino, così significativa per tutti noi: Valdocco infatti è la culla del carisma e della missione salesiana. Non ci poteva essere posto migliore per vivere con voi questa celebrazione del Centenario della Confederazione degli Exallievi ed Exallieve di don Bosco. Porgo a tutti e a ciascuno il più cordiale saluto nel Signore. Ringrazio il Presidente della Associazione, Dott. Francesco Muceo, per le gentili parole di accoglienza che mi ha rivolto a nome di voi tutti. Ringrazio la Presidenza Mondiale dell'Associazione e tutti quanti hanno lavorato per la realizzazione questo congresso.
Questo Centenario è - dovrebbe essere - una nuova tappa della storia dell'Associazione. Da una parte è una occasione privilegiata per contemplare con ammirazione e riconoscenza il passato, per le meraviglie che il Signore ha operato in ciascuno degli Exallievi di Don Bosco, nei gruppi locali, nelle Federazioni nazionali, nella Confederazione Mondiale. Dall'altra parte esso rappresenta un invito ad affrontare con lucidità e coraggio il presente, tanto entusiasmante e stimolante, con le grandi sfide economiche, sociali, politiche, culturali e anche religiose. Il Centenario della Confederazione è, infine, l'opportunità per sognare con sguardo lungimirante e convinto il futuro dell'Associazione.
Non è indifferente il fatto che abbiate scelto Torino, e più specificamente Valdocco, come sede della celebrazione. Questo ritorno alle origini non può essere una semplice espressione di nostalgia, ma l'impegno a ritrovare l'originalità ed identità dell'Associazione, e la sua missione, il ruolo che essa è chiamata a giocare nella trasformazione del mondo, nella costruzione del Regno di Dio, nella vita della Chiesa.
Difatti il titolo che avete scelto per il mio tema: "L'Exallievo di Don Bosco e l'impegno oggi nella Società e nella Chiesa" è un chiaro riferimento alla identità e alla missione dell'Associazione.
Questo doppio e inscindibile aspetto è tanto più importante oggi, nel momento in cui la Famiglia Salesiana ha definito la sua realtà attraverso la Carta d'Identità. In questo documento, pur garantendo una rispettosa autonomia di tutti Gruppi, ci vengono ricordati gli elementi che ci accomunano, ad incominciare dal carisma "originante" di Don Bosco fondatore e dalla sua radice trinitaria ed ecclesiale, dall'umanesimo salesiano, dalla specifica missione giovanile, popolare, educativa e dalla sua spiritualità del quotidiano.
Per tutto ciò è importante che l'Associazione degli Ex-allievi ed Ex-allieve di Don Bosco rifletta sulla sua identità e missione oggi.
1. Identità
Vorrei cominciare ricordando che le Associazioni di Exallievi e di Exallieve non furono fondate da Don Bosco né dai Salesiani. Esse sono nate da un senso di gratitudine vissuta e condivisa. La riconoscenza è il primo frutto di una buona educazione, perché essa continua ad essere "cosa del cuore". Una risposta spontanea al cuore di Dio che non ha risparmiato neppure il proprio Figlio per salvarci; al cuore di Don Bosco, che promise ai suoi ragazzi che sino l'ultimo respiro della sua vita sarebbe stato per loro.
Per definire bene il codice dell'identità dell'Associazione giova dunque evocare il momento di nascita del Movimento Exallievi: quel 24 giugno 1870, giorno della festa di don Bosco, quando una dozzina di Exallievi si diedero appuntamento all'oratorio da essi considerato una seconda famiglia. E dopo aver commentato con Don Bosco il loro passato e il loro presente si impegnarono a coinvolgere il maggior numero possibile di loro amici in questa manifestazione di affetto e in questa esperienza di ricarica spirituale. Dal punto di vista pratico, nominarono una commissione per una migliore organizzazione del loro movimento.
Gli Exallievi e le Exallieve appartengono alla Famiglia Salesiana in virtù dell'educazione ricevuta, vale a dire, che essi considerano positiva l'educazione salesiana e continuano a sentirla valida in tutta la loro vita. Veri exallievi sono coloro che sono riusciti ad essere "gli onesti cittadini e i buoni cristiani" che voleva Don Bosco. E' naturale perciò che gli Exallievi e le Exallieve si debbano convertire nei primi apostoli di questa educazione in tutte le sue dimensioni, impegnandosi per la salvaguarda del creato, per la difesa della vita e della famiglia, per la promozione e l'educazione dei giovani, per la tutela dei diritti umani e della pace, aperti al dialogo interculturale e interreligioso.
- Exallievi/e di Don Bosco sono coloro che, per aver frequentato un oratorio, una scuola o una qualsiasi altra opera salesiana, hanno ricevuto in essa una preparazione per la vita secondo i principi del Sistema Preventivo di Don Bosco-1- .
- L'Exallievo di Don Bosco presenta volti molteplici che sembrano irriducibili ad un unico identikit. In parte ciò è dovuto anche all'educazione ricevuta che ha cercato di formare persone sviluppando l'originalità di ciascuno.
- L'Associazione e la Confederazione dichiarano la loro appartenenza ecclesiale, ma ne sono membri, a pieno titolo e diritto, persone di diverse confessioni cristiane, di vario livello per ciò che riguarda l'accoglienza e pratica della fede, e anche appartenenti ad altri religioni.
- Gli Exallievi si uniscono e costituiscono l'Associazione perché sentono dei legami di riconoscenza e pensano che insieme con i Salesiani possono vivere secondo l' "educazione ricevuta", aggiornarla e farla fruttificare.
- Parlare oggi di "educazione ricevuta"-2- per indicare il titolo d'appartenenza degli Exallievi di Don Bosco alla Famiglia Salesiana, significa rievocare il vissuto carismatico delle origini e considerarne il prolungamento e lo sviluppo omogeneo di questi ormai più che cento anni. Ci troviamo dunque in presenza di un titolo d'appartenenza che fa parte genuinamente del carisma del Fondatore. Per capirne meglio la natura e per chiarirne le esigenze operative ed organizzative nell'attuale svolta culturale ed ecclesiale, bisognerà rifarsi al Sistema Preventivo-3- .
- L'assimilazione dei valori avrà gradi e modalità differenti secondo le culture, le religioni, la qualità educativa dell'opera, la capacità di recezione dei singoli-4- .
- Si possono identificare, di fatto, quattro tipi di appartenenza degli Exallievi di don Bosco, che possono contribuire a definire differenti livelli di identità. Infatti quanti sono stati studenti o hanno frequentato un ambiente salesiano, possono vivere questa esperienza come:
- un fatto di vita, per cui l'esperienza di essere stato in una opera salesiana viene vista come un semplice aneddoto, che non ha segnato particolarmente la propria vita;
- una grazia: quella d'essere stati toccati dal fascino di Don Bosco, totalmente uomo e autenticamente santo, per cui dappertutto ci si ritiene exallievi di Don Bosco;
- una missione: quella di sentirsi responsabili di comunicare alla società la ricchezza dell'educazione ricevuta e voler che altri possano sfruttare della grazia della educazione salesiana;
- un progetto di vita, che porta al bisogno di aggregarsi in associazione, con senso di istituzione, per promuoverne la crescita, continuare la propria formazione, e realizzare progetti a favore della società e della Chiesa-5- .
2. Missione
Prima di entrare nello specifico della missione affidata all'Associazione degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco, sento il bisogno di richiamare la vostra attenzione al tempo liturgico che stiamo vivendo, che è quello della Pasqua del Signore Gesù, Risuscitato dai morti e divenuto nuovo Adamo, vale a dire, iniziatore della nuova umanità.
La risurrezione infatti, pur essendo un' affermazione di fede dei cristiani, anzi l'affermazione prima, l'affermazione per eccellenza, dalla quale scaturisce il credo che professiamo, la liturgia che celebriamo, la vita che testimoniamo, la spiritualità che viviamo, vale a dire tutta la nostra esistenza cristiana fondata nel Battesimo, ha un bellissimo ed impegnativo significato antropologico, perché ci parla della "novità" cristiana chiamata a trasformare il mondo. Qui sta la nostra gioia pasquale. La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo (nella realtà quotidiana della nostra vita) ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità umana nella quale ci troviamo a vivere.
Più in concreto, in virtù dell'educazione ricevuta, e come ramo della Famiglia Salesiana, l'Associazione degli Exallievi di Don Bosco:
- partecipa alla missione educativa della Congregazione e negli ambienti in cui opera si inserisce con lo stile laicale salesiano che la caratterizza;
- si impegna per la promozione umana, per la costruzione della pace e della giustizia;
- promuove il rispetto dei diritti umani e la solidarietà, la tolleranza e il dialogo interculturale;
- si pone come movimento di opinione nel dialogo con la realtà socioculturale valorizzando i processi della comunicazione sociale;
- cura la integrazione, la formazione e l'impegno apostolico dei centri locali, elemento base delle Federazioni;
- collabora con altre agenzie di bene e lavora in rete con gli organismi civili ed ecclesiali;
- cura i rapporti con le associazioni laicali e con tutta la Famiglia Salesiana.
In effetti:
- L'Exallievo/a cristiano vive seriamente i vincoli battesimali e della Cresima, accentuando la tipica spiritualità di Don Bosco espressa in uno stile di vita apostolicamente impegnato derivante dall'essere discepolo del Cristo. A questo scopo:
- Promuoverà le attività a servizio dell'uomo coinvolgendo quanti, nobilmente orientati e animati da buona volontà, operano per la crescita globale della persona umana e il rispetto della famiglia;
- Curerà un'aggiornata sensibilità ecumenica tra i cristiani e l'apertura al dialogo con le atre religioni.
- L'Exallievo/a di altre religioni partecipa degli ideali di Don Bosco, condivide i valori educativi culturali, spirituali e sociali del suo sistema e li riconosce come patrimonio comune della famiglia umana. Si fa dispensatore di questi beni nei suoi ambienti di vita e di lavoro, e li sostiene anche con quanto suggerisce la sua religione e cultura-6- .
- L'Associazione degli Exallievi/e partecipa nella missione di Don Bosco e della Famiglia Salesiana in diversi modi:
- valorizzando e curando la famiglia,
- assumendo con impegno l'educazione della gioventù,
- "promovendo i valori inerenti alla persona umana e il rispetto della dignità dell'uomo",
- incrementando la comunione attiva con tutta la Famiglia Salesiana,
- curando gli allievi al termine del curricolo formativo-7- ,
- curando la "formazione permanente" degli associati.
- Inoltre, l'Exallievo/a di Don Bosco, cristiano o di altra religione, è chiamato ad esprimere e sviluppare oggi, da adulto, i semi della "educazione ricevuta", cioè a svolgere la missione con:
- Competenza professionale: per poter dire una parola autorevole in qualunque campo della vita (la politica, l'economia, l'arte...) bisogna essere competenti, sì da diventare un autentico lievito nella società.
- Coscienza morale: vale a dire con una qualità umana, arricchita da valori che permettano la persona stessa di saper discernere e scegliere con responsabilità, ma anche orientare altri nelle loro scelte o, comunque, diventare punto di riferimento per altre persone.
- Impegno sociale: non pensando soltanto al successo personale, ma piuttosto al bene comune. Sarà dunque impegnato/a a costruire un mondo migliore: questo è un compito possibile e, soprattutto, è responsabilità nostra.
- Nell'impegno sociale, politico ed economico bisogna avere molto a cuore e difendere ad ogni costo i valori, soprattutto:
- la vita: che è sacra, dalla nascita fino alla morte. Occorre oggi inoltre aiutare specialmente i giovani a trovare il senso della vita ed impegnarci a curare la qualità della vita, specie quella dei più poveri e bisognosi.
- la libertà: specialmente oggi, nel momento in cui i governi sembrano agire sempre più in modo monarchico pur apparendo democratici, mettendo a repentaglio la libertà e l'impegno la responsabilità comune di costruire un mondo migliore, dove la libertà venga garantita a tutti;
- la verità: non solo quella scientifica, ma anche quella affettiva e spirituale, soprattutto ora quando che si assiste al passaggio da un sano pluralismo al relativismo, per sbocciare finalmente ad un nichilismo, che porta alla perdita di qualsiasi quadro di riferimento e al disfacimento della società.-8-
Se tutta l'educazione salesiana è orientata a formare onesti cittadini e buoni cristiani, questo vuol dire che in questo binomio si trova l'identità e la missione degli Exallievi di Don Bosco.
Come cristiani o credenti appartenenti ad altre religioni siete chiamati a essere «sale della terra e luce del mondo, e lievito che fermenta la massa». Queste sono le immagini adoperate da Gesù per definire la natura e la missione dei discepoli. L'identità più profonda dell' Exallievo non è diversa. Semplicemente bisogna «essere» per avere significato e rilevanza. Dalla presenza di veri credenti dipende la manifestazione di Dio e del suo amore nel mondo: «essere testimoni di Cristo oggi esprime bene il significato di questa missione, che nessun battezzato può delegare o eludere»-9- . Ma se il sale perde il suo sapore, o se si mette la luce sotto il moggio, o se il lievito non ha forza per fermentare, tutte queste cose non servono a nulla. Hanno perso la ragione del loro essere e l'umanità rimane privata dei segni di Dio. Questa identità ci viene data quindi dalla nostra fede in Gesù e dal suo Vangelo, che ci rendono anzitutto testimoni attendibili. «La vostra vocazione e missione porterà frutto a condizione che, nel vostro agire, sappiate sempre ritornare a Cristo, ripartire da Cristo, mantenere fisso lo sguardo sul volto di Cristo».-10-
Come cittadini siete chiamati a essere veri cittadini di questo mondo per collaborare alla sua umanizzazione. Voi sapete bene quante persone di buona volontà, anche non credenti, sono impegnati fino in fondo nella difesa degli ecosistemi, dei diritti umani, nella lotta contro la malattia, la povertà, ecc. L'impegno dell'Exallievo è quello di partecipare da cristiani e cittadini alle attività pubbliche portando una rinnovata esigenza di giustizia sociale, di solidarietà, di sviluppo, di pace. Ugualmente si dovrà essere solidali con tutti coloro che, nel mondo, sono impegnati nella lotta per la riduzione della povertà, creando con loro reti di bene. Più in particolare, come Exallievi di Don Bosco c'è un contributo specifico da dare: credere nella gioventù, scommettere sulla educazione, promuovere il Sistema Preventivo, convinti che la scelta di Don Bosco per affrontare i problemi sociali, quella dell'educazione, è non solo la più giusta, ma anche la più efficace.
Cari Exallievi, viviamo tempi esaltanti e sfidanti. Non è questo un tempo per la nostalgia o per l'irresponsabilità, non possiamo ridurci ad essere dei consumatori o dagli spettatori della storia. Abbiamo davanti un mare aperto: la propria famiglia, il campo di lavoro e della comunicazione, le attività sociali e politiche, la gioventù, la stessa Famiglia Salesiana, il mondo. Voi siete responsabili di portare nella società i valori cristiani ed educativi salesiani. «Gli Exallievi sono, di per sé, particolarmente preparati, appunto per l'educazione ricevuta, ad assumere una responsabilità di collaborazione secondo le finalità proprie del progetto salesiano»-11- . Sappiamo quanto don Bosco amasse i suoi allievi, ma diceva agli exallievi «vi amo ancora di più, perché mi fate vedere che il vostro cuore è sempre per don Bosco... /... voi sarete luce che risplende in mezzo al mondo, e col vostro esempio insegnerete agli altri come si debba fare il bene e detestare e fuggire il male. Sono certo che voi continuerete ad essere la consolazione di don Bosco»-12- .
Il vostro Congresso coincide felicemente e provvidenzialmente con la celebrazione del 50° anniversario del Concilio Vaticano II, un evento straordinario, a ragione considerato come una nuova Pentecoste. Sotto l'influsso del soffio dello Spirito Santo, la Chiesa ha preso coscienza che doveva riconciliarsi con il mondo, riconoscere l'autonomia delle realtà terrene, diventare solidale con l'uomo nella sua storia, entrare in dialogo con la cultura, optare per le libertà e i diritti delle persone e dei popoli, definire meglio la sua identità e missione, diventare serva dell'uomo e incarnarsi nel mondo.
La Chiesa e gli Exallievi in essa sono dunque chiamati a cogliere questa grande opportunità, e anzitutto ad esserne consapevoli. Il nostro atteggiamento non dovrà mai essere, pertanto, quello di un rinunciatario ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia e degli altri paesi in cui vi trovate a vivere. Tocca a noi infatti dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la Associazione renderà un grande servizio non solo alle nazioni da cui provenite e dove svolgete la vostra missione, ma anche a tutto il mondo. Se è vero che oggi, ovunque, è presente l'insidia del secolarismo, è altrettanto universale la necessità di esprimere e testimoniare una fede vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo.
A modo di conclusione
Ecco, cari Exallievi ed Exallieve, il compito della vostra Confederazione Mondiale, chiamata ad offrire il proprio contributo in questo momento della storia del mondo, anzitutto vivendo ed attuando l'educazione che avete ricevuto. L'educazione salesiana è un'educazione che aiuta a divenire seme nel mondo e che ci insegna ad impostare "gli affari del mondo" sotto la luce del Vangelo.
La nostra presenza salesiana, nelle sue variate forme, è chiamata, in quest'ora storica, a far capire e far trionfare la priorità dello spirito sulla materia; la priorità delle persone sulle cose; la priorità dell'etica sulla tecnica; la priorità del lavoro sul capitale; la priorità di una giusta distribuzione dei beni; la priorità del perdono sulla giustizia; la priorità del bene comune sugli interessi personali.
Cari amici, vi ringrazio di quello che siete e di quello che rappresentate. La vostra responsabile appartenenza alla Famiglia Salesiana e la vostra vita sono il migliore monumento al sistema educativo di don Bosco. Grazie e coraggio! La Società e la Chiesa in tutto il mondo hanno bisogno di voi come «onesti cittadini e buoni cristiani».
Maria Ausiliatrice e don Bosco vi benedicano e vi rendano instancabili apostoli dei giovani, animati dalla passione del «Da Mihi Animas...»
Pascual Chávez V., SDB
Torino, 29 aprile 2012