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CG26: Visione globale e sguardo profetico sulla Congregazione
Nel pomeriggio Don Pascual Chávez ha presentato ai capitolari la sua relazione nella quale ha riportato i dati della verifica sul sessennio 2002-2008 indicando le mete raggiunte, gli obiettivi non pienamente realizzati, le problematiche e, soprattutto, le prospettive alle quali la Congregazione è chiamata. Alla “Visione globale e sguardo profetico” sulla Congregazione è stato affiancato un allegato con i dati statistici sul personale salesiano, opere e attività negli anni 2002-2007.
Riferendosi all’impegno di fedeltà a Don Bosco, il Rettor Maggiore ha ricordato che “Le nuove frontiere della missione rappresentano, da una parte, i nuovi luoghi geografici, sociali, culturali, religiosi, dove siamo chiamati a renderci presenti con strutture più agili e più rispondenti: sono l’espressione di ciò che chiamiamo nuove presenze, come sono state nel passato le opere per i ragazzi della strada, e come sono oggi le case di recupero per i ragazzi sfruttati dal turismo sessuale e di prevenzione contro l’AIDS/HIV, le opere per i tossicodipendenti e per i rom, le strutture al servizio del risveglio del senso religioso, i progetti nei campi di rifugiati e sfollati di guerra, i programmi a favore degli immigranti emarginati, le pagine web, il telefono 24 ore su 24 per ragazzi depressi. Nuove frontiere, d’altra parte, sono anche quelle strutture classiche dove già ci troviamo, ma con un tipo nuovo di presenza che fa onore alla nuova educazione ed evangelizzazione. Sono le ‘presenze nuove’”.
“L’attenzione per gli ultimi – ha precisato Don Chávez - deve essere sempre presente all’orizzonte dei nostri progetti e delle nostre azioni in tutti gli ambienti, intendendo per ultimi i giovani in situazione di rischio psicosociale, causato dalla povertà economica, culturale e religiosa; poveri sul piano affettivo, morale e spirituale; disagiati a causa delle difficili situazioni familiari; giovani che vivono al margine della società e della Chiesa”. “L’educazione deve dire la sua parola critica come strumento di analisi della realtà e di proposta per rimuovere tutto ciò che non sembra giusto e che desideriamo cambiare”.
Riferendosi dimensione mondiale della Società Salesiana, presente in 129 nazioni, il Rettor Maggiore ha precisato che “Il carisma è qualcosa di dinamico, una realtà viva, non un mero documento di storia o un oggetto prezioso da conservare in un museo o da esibire in una vetrina, bensì uno spirito che dà vitalità, unità e identità a persone e istituzioni; come un diamante, esso fa scoprire poco per volta le sue molteplici sfaccettature. Dunque la diversità della Congregazione raggiunge la sua più perfetta unità attraverso l’identità carismatica, il progetto di vita dei Salesiani di Don Bosco, la sua storia e le grandi scelte che va operando nei Capitoli Generali”.
Tra le linee indicate da Don Chávez ai salesiani per il futuro ci sono l’impegno per una nuova evangelizzazione, una più convinta scelta di santità, la comunità religiosa soggetto e contenuto della missione salesiana e l’educazione realizzata a partire dal Sistema Preventivo. Questi impegni avranno un “tempo di grazia” ritmato da alcune celebrazioni: il 150° anniversario della fondazione della Congregazione nel 2009, il centenario della morte di Don Rua nel 2010 e il bicentenario della nascita di Don Bosco nel 2015.
Successivamente don Donato Lacedonio, direttore responsabile di ANS, ha presentato un video – “Con il cuore di Don Bosco” – prodotto da Missioni Don Bosco – Media Centre di Torino in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione Sociale. Il video, in fase di doppiaggio, sarà presto disponibile in DVD.
La giornata di apertura del Capitolo Generale si è conclusa con un concerto eseguito dal Coro Interuniversitario di Roma diretto dal maestro Massimo Palombella. I salesiani capitolari hanno ascoltato brani del repertorio musicale delle Celebrazioni Pontificie con musiche di Giovanni Pierluigi Palestrina, Tommaso Ludovico da Vittoria, Gregorio Allegri e Domenico Bartolucci. Il maestro Palombella ha coinvolto i presenti nella esecuzione del “Veni, creator Spiritus” di Bartolucci e, a conclusione del concerto, nel tradizionale inno salesiano “Sapientiam dedit illi” di don Luigi Lasagna.