Campo Animatori MGS 2014

lunedì 4 agosto 2014
Campo Animatori MGS 2014

Un normale compito in classe

Tema: sviluppare un testo argomentativo sulle motivazioni che ti spingono a ringraziare per l’esperienza del campo di formazione animatori e preanimatori 2014 a Pacognano.

Svolgimento: Beh prof, così su due piedi mi vengono in mente molti motivi. I ricordi sono troppi, quindi abbiate pazienza e cercherò di metterli insieme. In primis per tutti i giovani meravigliosi che ho conosciuto lì: 220 ragazzi che hanno rinunciato alle loro vacanze per essere qui, da tutta l’Ispettoria Meridionale. Poi per la straordinaria equipe che ci ha coordinati: con loro abbiamo parlato, scherzato, condiviso le nostre emozioni. Insomma, sembrano cattivi, ma in realtà non lo sono. Non dimenticherò mai la sveglia delle ore 7. 30, con delle canzoni risalenti a chissà quale epoca remota, e subito di corsa a fare lezione. Sì, avete capito bene: un animatore deve formarsi, e così, con i migliori docenti sulla piazza, abbiamo parlato di etica, di spiritualità, di missione. Il tutto condito ovviamente dagli esami finali: come farebbero altrimenti a valutarci, con tanto di attestato riconosciuto a livello nazionale? In seguito, i momenti comunitari, in cui riuscivi a familiarizzare anche con la macchina del caffè del bar. Il momento che aspettavo di più, però, era il pomeriggio: beh, lì potevo esprimermi al meglio. Con la regia di Ivan abbiamo preparato una serata di evangelizzazione: tranquilli, niente noia, solo gioia e tanti sorrisi. Uno spettacolo dal nome tutto particolare, “Guardastelle”, ispirato al cammino di Santiago, con la colonna sonora di Bungaro. Qui abbiamo visto quante motivazioni ci sono per viaggiare: c’è chi viaggia per curiosità, chi per redimersi, chi per accettare la propria diversità. E ricordo ancora le prove dei ragazzi della band: ovviamente, una band di classe, non una qualunque. Così si arrivava alla liturgia del tardo pomeriggio, ogni volta una sorpresa, e la serata. Che belle serate insieme abbiamo passato! Caccia al tesoro, giochi a stand, serata musicale. Un bel giorno, poi, è arrivato il nostro momento: tutti in piazza Tasso a Sorrento ad evangelizzare con il nostro carisma. All’improvviso, mentre ero con i miei amici, mi sono voltato e il colpo d’occhio è stato fantastico: la piazza piena di persone, venute lì solo per vedere il nostro spettacolo. Ovviamente è andato tutto alla perfezione: d’altronde, come diceva un inno scritto da alcuni ragazzi qualche anno fa, “We are the Salesian Family.” Lo spettacolo è stato un susseguirsi di emozioni, di sorrisi, di colpi di scena, attraverso la storia di Giacomo, un ragazzo qualunque, che andava verso la sua meta. Alla fine Giacomo è sceso dal palco e ci ha guidati verso la cattedrale, dove abbiamo vissuto il nostro momento intimo di preghiera, attraverso un’adorazione presieduta dal padre Vescovo e fatta alla sola luce dei nostri bracciali e al suono del battito del cuore di chi stava accanto a me. E così siamo giunti alla fine, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Ispettore, che ci ha detto di sognare e di continuare a vivere il nostro cammino di fede.

Ops, perso nei ricordi ho dimenticato le motivazioni e sono uscito fuori traccia, ma mi è venuta in mente una domanda: tu, mi rivolgo a te che non sei venuto, che ne dici di unirti a noi l’anno prossimo?

                                                                                                                      Antonio Avallone

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