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Animatori in cammino
L’esperienza del Campo Animatori Ispettoriale rappresenta ogni anno un'opportunità straordinaria per i giovani già attivi nei percorsi locali di animazione. È un’occasione per dedicare tempo di qualità alla propria formazione, nutrire la spiritualità, e sentirsi parte integrante del grande Movimento Giovanile Salesiano.
Quest’anno, circa 160 “Animatori in cammino” si sono ritrovati a Santeramo in Colle (BA) dal 28 luglio al 4 agosto, accompagnati da un’equipe di consacrati, consacrate e animatori MGS.
Il campo di primo livello (28-31 luglio), rivolto ai ragazzi del biennio delle scuole superiori, ha permesso di approfondire i quattro pilastri del criterio oratoriano, partendo dall’articolo 40 delle Costituzioni Salesiane. Questi pilastri - casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita, cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria - sono stati esaminati con attenzione, non solo come spazi fisici, ma come veri e propri modi di essere e di vivere lo spirito salesiano. Il campo di secondo livello (31 luglio-04 agosto) ha idealmente accompagnato i ragazzi del triennio nei luoghi di Valdocco e Mornese, dove i sogni vocazionali di Don Bosco e Madre Mazzarello hanno preso vita.
I ragazzi del biennio, muovendo i primi passi nel cammino di animazione, hanno subito dimostrato di sapersi mettere in gioco, vivendo ogni momento – dalla formazione alla preghiera, dalla ricreazione al gioco – con la gioia e la profondità che contraddistinguono lo stile salesiano. La serata di martedì, con il passaggio dalla festa alla preghiera sotto le stelle, è stata particolarmente significativa. Come ha ricordato don Giuseppe Russo, delegato alla Pastorale Giovanile, durante una buonanotte: “Al termine di questo campo abbiamo compreso che tutte le componenti dell’oratorio (casa, chiesa, scuola, cortile) sono intrecciate tra loro, non rappresentano solo uno spazio fisico, ma un vero e proprio modo di essere e di stare. Don Bosco si rese conto che ciò che stava facendo non era più solo catechismo, ma era diventato oratorio – e questo accadeva su un pianerottolo, non in un grande cortile.”
Per i partecipanti del secondo livello, il campo è stato un’occasione preziosa per ritrovare vecchi amici, fare nuove conoscenze e dedicarsi del tempo per sé. Le lezioni del mattino e i laboratori del pomeriggio hanno offerto l’opportunità di scoprire la storia, la pedagogia e la spiritualità di Don Bosco e Madre Mazzarello. “Non conoscevamo quasi nulla della storia di Valdocco e Mornese - ha dichiarato un partecipante - tanti aspetti della pedagogia li mettiamo in pratica senza nemmeno accorgercene, ed è bello ora saperli riconoscere e chiamare per nome.” Comprendere come funzionavano questi due oratori, Sdb e FMA, ha aperto nuove prospettive sulle realtà quotidiane. Come ha concluso don Giuseppe nell’omelia della messa finale: “Don Bosco attirava i ragazzi partendo dai loro bisogni, trasformando il bisogno in desiderio, un desiderio di eternità.”
Il campi si sono conclusi tra sorrisi, abbracci, qualche lacrima e la promessa di ritrovarsi presto. Con la consapevolezza di essere parte di “un sogno chiamato oratorio” e la speranza che deriva dall’essere “attesi dal suo amore”.
Gli animatori dei campi: Antonio Gargano e Antonio Ruoti