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1° incontro Volontari servizio civile
"Vuoi una vita qualunque o vuoi cambiare il mondo?"
“Io sono una goccia, ma tante gocce formano un oceano”.
Sicuramente la frase di Madre Teresa di Calcutta sarà passata per la mente di almeno uno dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale presenti a Santeramo.
Chi siamo?
I giovani selezionati dai Salesiani di Campania, Bari e Locri
Il corso è stato portato avanti da Don Fabio Bellino, Delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria d’Italia meridionale, da Gianpiero Salvatore, ufficio Servizio Civile e da Don Francesco Preite, Direttore dell’Oratorio Redentore di Bari e Coordinatore di pastorale Giovanile della Puglia; erano presenti anche Don Mimmo Madonna e Don Donato Bosco.
Partendo dalla cura di sé e da uno sguardo sugli altri si è fatta una panoramica sul ruolo dell’educatore salesiano e sul suo “essere” oratorio.
Riflettendo su una risposta di Don Bosco data a un direttore di oratorio, è emersa una concezione che oggi forse si è un po’ persa di vista: l’oratorio siamo noi.
Esso è un corpo umano, il cui cuore è la passione educativa.
Ruolo dell’educatore è di cogliere il bene del ragazzo andando oltre il proprio sguardo, avendo “occhio lontano, orecchio vicino e cuore al tabernacolo”. Punto di partenza per fare ciò è sicuramente la cura di sé: noi, come dice il Vangelo, dobbiamo essere “sale che ha sapore”, perché solo attraverso un discernimento personale possiamo essere nelle condizioni ottimali per andare oltre quel velo che inevitabilmente i ragazzi ci pongono davanti.
L’educazione inoltre, non va fatta dietro un sipario: non ci sono maschere, né tanto meno pregiudizi. Queste idee sono emerse anche dal film Coach Carter con un strepitoso Samuel L.Jackson a vivere una storia emblematica, fatta di voti e tiri da tre.
“Appena ci liberiamo dalla nostra paura la nostra presenza automaticamente libera gli altri” dice il Coach in una delle sequenze finali del film ai suoi ragazzi; è questo uno degli aspetti che dobbiamo fare emergere dal cuore dei nostri ragazzi.
Avere coraggio, infatti, non significa non avere paura, ma riuscire a guardare la stessa da pari a pari.
Non è un piccolo sogno, ma è qualcosa di molto difficile da ottenere, e noi lo sappiamo.
Se siamo discepoli di un Santo sognatore, però, un motivo ci deve essere:
il suo sogno iniziato in quel lontano 1815 continua ancora oggi nel cuore di tutti noi, in quei cuori che hanno detto il loro SI a questa nuova missione.
Viviana Cipulli