"Misericordia che sa mettersi all'opera": il primo weekend missionario a Torre Annunziata

lunedì 11 aprile 2016
"Misericordia che sa mettersi all'opera": il primo weekend missionario a Torre Annunziata

A cura di Marta Digiulio

Nei giorni sabato 9 aprile e domenica 10 si è svolto a Torre Annunziata il primo weekend missionario di quest'anno. Dopo gli incontri di Scuola di Mondialità regionali svolti dall’inizio dell’anno c’è stato il primo momento di comunione ispettoriale per i giovani inseriti nel percorso di Animazione Missionaria. Tutto il  weekend si è svolto in comunione e condivisione con la comunità Famiglia "Mamma Matilde Sorrentino". Dopo un breve tempo di conoscenza, don Gianpaolo Roma ha introdotto il tema dei weekend di quest’anno: la "Misericordia" che sa mettersi all’opera. In modo particolare in questo si voluto c’è stata la riflessione su due opere di misericordia in particolare: una spirituale "perdonare le offese ricevute" e l'altra corporale "visitare i carcerati". “Ospite” don Tonino Palmese con due giovani donne Lucia e Carmela, mogli di vittime innocenti della camorra che ha parlato del percorso fatto all'interno del coordinamento dei familiari delle vittime di mafia. Molto toccante la testimonianza delle due vedove... La prima, in modo particolare, ha raccontato, emozionando tutti i presenti, del suo lungo percorso grazie al quale è riuscita ad incontrare - perdonare - abbracciare uno degli esecutori materiali dell'assassinio del marito.
Un aspetto sorprendente è stato quando ha sottolineato che inizialmente non capiva cosa significasse perdonare e lo vedeva come un concetto molto lontano dalla sua esperienza.
E ha continuato la testimonianza dicendo che lei si sente responsabile per la deviazione sociale di questi ragazzi, perché insieme alla sua generazione non hanno saputo contribuire a migliorare le loro vite, anzi hanno agito con indifferenza nei loro confronti. Al contrario, l'altra donna non sa chi sia l'assassino del marito, ucciso da un proiettile vagante esploso durante i festeggiamenti del capodanno di alcuni anni fa.
Un omicidio compiuto non solo dalla mano che ha sparato ma anche dalle tante bocche omertose che pur avendo visto restano in silenzio. Entrambe esperienze molto forti, due donne coraggiose, due donne che hanno toccato in profondo il cuore, due donne che hanno dimostrato come il perdono e la riconciliazione siano possibili anche in mezzo a tanto dolore. Spesso entrambe hanno ripetuto le difficoltà incontrate nel corso della propria vita, la sofferenza nel perdonare, ma anche il desiderio di continuare a testimoniare quotidianamente, in ogni dove, specialmente nelle scuole la propria esperienza in modo tale che due vittime, come molte altre non restino solo un numero e un nome scritto su un foglio, e letto solamente il 21 marzo di ogni anno, ma una vita che continua nel ricordo e nei gesti quotidiani. Successivamente divisi in gruppi è stato affrontato un tempo di condivisione, per lasciar risuonare nella vita quotidiana dei presenti quanto ascoltato nelle testimonianze. Non è mancato il tempo per la cena e una serata allegra vissuta assieme. La giornata si è conclusa con un intenso momento di preghiera per la pace, all’interno del quale sono state consegnate le domande da parte di coloro che intendono vivere le esperienze estive in contesto povero. Domenica mattina dopo il risveglio direzione chiesa per iniziare la giornata con il Signore, rievocando l’esperienza che don Bosco ha fatto visitando i giovani carcerati. Subito dopo un lungo serpentone di macchine è stato diretto a Nisida dove è collocato il carcere minorile. Un’isola con una vista meravigliosa, circondata e immersa nel verde, dove il grigio delle sbarre contrastano con l’azzurro vivo del cielo e del mare. Lì c’è stato l’incontro con Ignazio, il vicedirettore, che svolge anche il lavoro di educatore, e alcuni giovani che vivono la condizione della semi-libertà. Le loro sono state testimonianze molto forti e toccanti, a partire dalla loro voglia di ricominciare e cercare di non sbagliare più, ai loro sogni, al futuro che immaginano… e alla voglia di avere una vita tranquilla ,un lavoro e una famiglia.
In  seguito tutte le riflessioni sono state affidate al Signore attraverso la celebrazione della Messa e subito dopo ognuno è tornato a casa, con un bagaglio ancora più ricco!

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