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L’oratorio distrugge le faide del territorio: «Varcato quel cancello niente più differenze»
di GIOVANNA SALVATI (da www.metropolisweb.it)
TORRE ANNUNZIATA
Quando entrano in campo e rincorrono il pallone sono tutti uguali. Appartengono alla stessa famiglia. Poco importa se il padre è in carcere, se il nonno appartiene al clan Gallo o al clan Gionta, se si è ricchi o poveri, extracomunitari o diversamente abili. Il campo di gioco unisce ciò che la città divide e per magia l’oratorio diventa l’isola felice nel ventre molle di un quartiere etichettato come sempre della camorra. Ma ora no. Non più. Varcato quel cancello tutto cambia e da domenica l’unico rumore che si sente nei vicoli del rione della Cuparella è quello degli scamazzi dei bambini che cantano, giocano a pallone e prima di tutto sorridono. L’oratorio salesiano ha inaugurato le sue attività sportive, ludiche e formative senza tener conto della provenienza di ognuno di quei piccolo scugnizzi.
«Strapparli alla strada - spiega don Antonio Carbone - e offrirgli un posto sicuro e tranquillo dove studiare, giocare e pregare devono essere le uniche parole d’ordine per formare giovani e cittadini». Da qualche giorno ad aiutare don Antonio e l’esercito di giovani volontari è arrivato anche don Sam. Dal Kossovo a Torre Annunziata per sostenere e aiutare quei giovani a crescere e costruire un futuro migliore. «Credo sia una delle esperienze certamente più forti - spiega don Sam - abbiamo messo su una serie di iniziative per tutti e tutti i giorni, dallo sport, alla danza e doposcuola tutti corsi gratuiti la cultura è l’unico antidoto per salvare questi giovani in una realtà come Torre Annunziata e dove i primi a sostenerci devono essere i genitori e gli stessi residenti di questo quartiere, noi questa città la vogliamo salvare». Insomma un campo di gioco che può finalmente fermare le faide in un territorio dove c’è bisogno di sorrisi e riscatto.