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RIGENERARE SPAZI RICREATIVI PER MIGLIORARE LE RELAZIONI
Per troppo tempo fare rigenerazione urbana ha significato realizzare grandi progetti e/o promuovere grandi eventi per attrarre investimenti, flussi di turisti, capitali e, allo stesso tempo, espellere popolazioni marginalizzate. Oggi, per fortuna, la rigenerazione urbana sta subendo un processo di metamorfosi ponendo attenzione alla scala micro, coniugandosi all’innovazione sociale. Al centro vi è l’importanza della qualità degli spazi per lo sviluppo umano, cercando di accrescere le connessioni, le relazioni di vicinato tra i suoi abitanti.
Allora, cosa può significare rigenerare uno spazio in un quartiere, e quali nuove dinamiche relazionali può favorire? Lo abbiamo chiesto a Don Antonio Carbone, direttore della casa di Torre Annunziata in cui 19 Ottobre è stato inaugurato il campo di calcio rinnovato con erba sintetica.
“Per spiegare tutto questo basta partire da una frase di Giovanni Falcone “La migliore Antimafia passa attraverso realtà parrocchiali e scuole che funzionano”, funzionare – spiega don Antonio – significa proporre cose che piacciono ai giovani e che possa dare loro un’alternativa alle relazioni virtuali che si vivono in questo tempo.
Inoltre, in un contesto come quello di Torre Annunziata nella quale il numero di ragazzi che hanno problemi con la giustizia è in continuo aumento (7300 su 45000), uno spazio fisico/sociale/educativo sano può contribuire a dare un’opportunità in più a chi non accetta questa realtà.
Oltre allo spazio fisico, fondamentale è ovviamente l’elemento GIOCO, che con le sue regole da rispettare e i suoi ruoli ben definiti si contrappone alla ricerca sfrenata di protagonismo che si vive in molti ambienti.
Nello specifico, il GIOCO Oratoriano, quindi nello stile salesiano, ha la capacità di esaltare i Talenti di ognuno, e metterli a disposizione della comunità.
Grazie a don Antonio Carbone per il suo intervento.