Cuori Accesi e tessitori di Speranze

martedì 21 gennaio 2025
Cuori Accesi e tessitori di Speranze

Lo scorso fine settimana, 18 e 19 gennaio, si è tenuto a Caserta il terzo appuntamento dei weekend Rise Up, a cui tanti giovani del nostro territorio hanno preso parte: un weekend intenso, che ci ha portati a “rialzarci” per mettere in dubbio le convenzioni (e convinzioni) della società in cui viviamo.

L’argomento di questo incontro è stata la tratta di esseri umani, un tema tanto attuale quanto doloroso da affrontare. Dopo essere stati accolti nella Casa di Caserta, abbiamo provato a fare luce su questo fenomeno, le cui vittime, prevalentemente donne ma anche uomini e bambini, spesso attirati dalla promessa di una vita migliore in un nuovo Paese, finiscono per essere spogliate della loro umanità e costrette ad ogni tipo di sopruso. Rompere questo ciclo ad oggi risulta molto difficile: la mancanza dei mezzi d’informazione nei territori d’origine delle vittime e la pressione che esercitano i trafficanti, creano nella popolazione un’immagine distorta della vita che avranno dopo aver affrontato un viaggio che sfianca inevitabilmente il corpo e lo spirito, tanto da portare in moltissimi casi alla morte o ad una vita di sfruttamento.

Con questa nuova consapevolezza, ci siamo mossi per le strade di Caserta per fare visita alla cooperativa New Hope, una realtà consolidata che, grazie ad uno sforzo tutto al femminile, porta avanti un laboratorio tessile con un taglio unico. Abbiamo ascoltato da Daniela e Josephine la storia di questa cooperativa, che si impegna a dare un impiego retribuito a donne vittime di tratta. Pur potendo passare con loro solo poco tempo, è evidente il clima di familiarità che si vive all’interno: in un luogo non soltanto di lavoro, dove tante donne con trascorsi diversi ma ugualmente strazianti, si ritrovano a dare un nuovo senso alle loro vite, che diventano, come loro stesse si definiscono: tessitrici di nuove speranze.

Subito dopo siamo tornati alla comunità di Caserta per ricevere le testimonianze di Blessing, impegnata nella sensibilizzazione del fenomeno della tratta tramite l’associazione Weavers of Hope di cui è presidente, e Mamadou, la cui storia ha ispirato il regista Matteo Garrone nella realizzazione del film “Io Capitano”: entrambi vittime di tratta che hanno saputo trasmetterci il loro passato non solo come un racconto tragico che ha estraniato due persone dai loro Paesi d’origine e da quello che li accoglie, ma anche e soprattutto come un’ispirazione a rialzarci quando le nostre vite sembrano al loro punto più basso. L’Adorazione della sera, accompagnata dal Vangelo della Samaritana (Gv 4,5-42), ci ha aiutati a tirare le somme di un sabato intenso, ricco di esperienze a cui abbiamo provato a fare spazio nei nostri cuori.

La domenica è stata dedicata alla riflessione e al dialogo: i racconti di vita consacrata di Suor Silvia e di Don Davide Baccaro ci hanno aiutato a riflettere su cosa significhi veramente amare, prima di trascorrere un momento di silenzio per fare luce sulle emozioni vissute, mettendole a confronto con le nostre esperienze di vita personali. Alle tante domande che ci siamo posti, durante queste giornate, abbiamo poi cercato di darci vicendevolmente delle risposte, o anche solo uno spunto, nei gruppi di condivisione.

Arrivati ormai ad aver completato tre quarti del nostro percorso Rise Up, quella scatola per fiammiferi vuota che ci è stata data si sta man mano riempiendo ed è quasi piena. Ognuno di noi potrà vederci qualcosa di diverso in questa scatola, ma il significato che io ho voluto affidarle è l’immagine dei nostri cuori, arricchiti da esperienze vive e concrete, pronte ad accendersi e a fare luce non solo sui nostri bui, ma anche su quelli degli altri.

Antonio Felix Scherma, giovane partecipante al Rise Up