Lettera dell'Ispettore Don Pasquale Cristiani

giovedì 23 giugno 2016
Lettera dell'Ispettore Don Pasquale Cristiani

Carissimi Confratelli,

Vi scrivo dopo le verifiche, a conclusione delle attività invernali ed all’inizio di quelle estive. Ho atteso prima di scrivere, non perché non avessi niente da condividere ma per non generare quell’abitudine che fa sentire tutto scontato o peggio ancora inutile.

                   Guardo l’anno trascorso con le tante cose belle che hanno segnato la vita delle nostre comunità.

                 Guardo l’anno trascorso con un senso di gratitudine per le meraviglie che il Signore ha compiuto e continua a compiere in questo anno santo della misericordia servendosi di ognuno di noi.

                 Guardo l’anno trascorso con una prospettiva che interpella il lavoro fatto in comunità in vista del CI XXV e nella celebrazione dello stesso.

                 Guardo l’anno trascorso come dono del Signore per le tante opportunità nelle quali non ci ha fatto mancare l’incontro facendoci percepire la forza della sua presenza.

                 Guardo l’anno trascorso incontrando i tanti giovani del Servizio Civile un vero esercito di volontari, che per tradurre la loro disponibilità inziale, hanno bisogno di essere accolti, accompagnati, valorizzati. Sono la “Provvidenza” per le forze che non ci sono, per stimolare tante volte l’incapacità nostra a stare con loro, e farli diventare i primi destinatari affinchè sperimentino la gioia e l’importanza del dono.

                 Guardo l’anno trascorso e incrocio i volti di tanti ragazzi, preadolescenti, giovani e famiglie che chiedono di essere accompagnati, di essere aiutati nel conoscere e speriementare la strada per fare esperienza di Gesù.

                 Guardo e incontro i tanti migranti dallo sguardo perso, perché in cerca di calore umano, di senso della vita, di qualcuno che si occupi di loro. Per le molte esperienze che sono partite e vissute nelle nostre comunità ringrazio voi ed il Signore che in questa modalità ci visita. Ma vi chiedo che queste esperienze non siano solo riferimento di alcuni più sensibili ma di tutta la comunità che si ritrova e riparte tutti i giorni dalla scuola degli ultimi. 

                 Guardo gli “Orientamenti” del CI XXV° e sogno un POI che dia una svolta al nostro stare insieme alla nostra missione, al nostro cammino personale, rendendoci salesiani coraggiosi, che ripartano da D. Bosco, povero casto e obbediente, che si lasciano riscaldare il cuore dai giovani che cercano, che non sanno, che sperano e non riescono a ripartire.

Volendo continuare ad essere alla scuola di D. Bosco un sognatore con “i piedi per  terra”, guardo le tante difficoltà che ci attanagliano e spesso ci fanno perdere l’entusiamo, la gioia di lavorare per i giovani, per la crescita personale e comunitaria.

Desidero con forza affidare il compito come comunicavo agli “stati generali della PG” di essere “scintilla” e “cinghia di trasmissione” del tanto bene che si compie da parte nostra e dei nostri collaboratori, giovani e meno giovani. Dobbiamo sentire il bisogno di contagiare.

Rimanendo un giorno in più a Tirana, perchè invitato a vivere la festa del “grazie” mi son trovato all’esperienza della partita di calcio degli Europei: Romania – Albania che si è conclusa con la vittoria dell’Albania.

Desidero offrire a voi tutti, carissimi confratelli, questa metafora della partita che vede un popolo insieme in festa, con speranza e vittorioso, prima della stessa partita.

Sono uscito per la città di Tirana con d. Fabio e d. Michele Gentile e abbiamo goduto, respirando il clima di una grande unica famiglia, una fiumara di gente: piccoli, grandi cristiani, mussulmani, sportivi e non. Mi ha impressionato il clima di festa che esprimeva nell’aria una vittoria, un’appartenenza allo stesso popolo, un potercela fare. Il vialone e piazza Skanderberg, un’area grande preparata con spazi attrezzati,vschermi giganti, musica, tanti tavolini e tante cose sfiziose. Bandiere di tutte le misure, cappelli, sciarpe e tanti altri gadget. La Zona aveva un nome aggiunto: “Fan Zone”, lo spazio dei fan, di chi si investe, di chi ci crede, di chi vuole fare festa, di chi sta con gli ultimi, di chi non si arrende…

La mia mente è andata  allo sbarco degli Albanesi a Bari, 8 agosto 1991 terzo sbarco in Italia, quando la naveVlora, con Halim, comandante di 39 anni che non aveva ancora capito cosa era velocemente successo. E’ costretto a partire.  I giornali, le tv di tutto il mondo riporteranno le immagini di arrivo nel porto di Bari.  Il comandante racconterà: “sentivo il peso di ogni battito di cuore rimbalzarmi addosso. Sentivo a fatica di fronte a me i motori che arraffavano, sputavano veleno e urla di pietà. Dicevo tra me, di questo passo non si va da nessuna parte. Eppure il viaggio inizia e continua, traballante, straboccante di panico e sincerità. Non c’è cibo, non c’è acqua, e anche se ci fossero, non si saprebbe dove metterli. C’è spazio solo per la speranza e per il respiro affaticato di chi sogna l’arrivo nella terra della tv felicità: Italia”. Oltre ventimila persone nelle mani di questo comandante trentanovenne che, quando ha il permesso di attraccare, comprende che il sogno lentamente sarebbe diventato realtà.

E il sogno della vittoria nella partita con la Romania diventa realtà.

La nostra bella e laboriosa Ispettoria con la ricchezza di tanti salesiani e laici che hanno sposato la causa dei giovani, dopo il CI XXV° può giocarsi la nuova “partita” senza guardare indietro, senza pensare alle risorse che si dovrebbero avere, ma a quelle che si hanno, valorizzandole tutte con entusiasmo, ottimismo e nella certezza di farcela camminando insieme e con lo spirito di D. Bosco radicato in Gesù e la certezza della presenza di Maria.  

Scendiamo tutti in campo senza deleghe e con la responsabilità di tutti, di ognuno di noi. Nessuno pensi che tocca agli altri, che ormai è difficile rimettersi in forma per giocare bene il proprio ruolo per rendere viva la missione oggi. Abilitiamo i nostri cortili, le nostre chiese, le nostre piazze ad essre “Fan Zone” e attireremo tanti giovani e famiglie che guardano avanti non indietro, con tanta voglia di spendersi, di vivere convinti che insieme si può.

Una nuova “partita”, carissimi confratelli, “un gioco di squadra” con ruoli, forse sempre uguali o completamente nuovi, e con una forza nuova, uno spazio dove si respira il clima di fiducia, si accettano le sfide del nostro mondo, giovani e famiglie, e ci si mette in gioco.

Coraggio! prendiamoci un po’ di riposo nel corpo nel visitare i nostri familiari, amici  ma anche nello spirito per non mancare  agli appuntamento degli EE.SS. e dell’aggiornamento.

Programmiamo con le nostre CEP e calendarizziamo e i nostri ambienti e cortili diventino Fan Zone”, (lo spazio dei fan, di chi si investe, di chi ci crede, di chi vuole fare festa, di chi sta con gli ultimi, di chi non si arrende…)

Vi abbraccio tutti. L’Ausiliatrice,D. Bosco e il Beato Michele Rua ci accompagnino in questa nuova “partita”.

D. Pasquale

Napoli, 21 giugno ’16  San Luigi Gonzaga                                         

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