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I Salesiani Coadiutori dell'IME
Il 13 novembre ricorre la memoria liturgica del Santo salesiano amico dei poveri, Artemide Zatti. Un Salesiano Coadiutore, ovvero un laico consacrato che spese tutta la sua vita per la cura degli ammalati. Non conobbe i Salesiani in Italia (dov’era nato) ma in Argentina, dove si era trasferito con la famiglia a causa della povertà e dove iniziò a frequentare una parrocchia salesiana. Fu la sua guida spirituale, nonché suo amico fraterno, a cambiare il corso della vita del giovane Artemide, semplicemente facendogli conoscere don Bosco attraverso la lettura della biografia e lanciandogli la proposta di farsi salesiano. Accettato come aspirante da Giovanni Cagliero, gli fu affidato l’incarico di assistere un giovane sacerdote ammalato di tubercolosi, ma la stessa malattia colpì poi anche Artemide. Una promessa fatta a Maria Ausiliatrice in cambio della guarigione lo legò per sempre agli ammalati, scoprendo la propria vocazione. La malattia non gli permise di essere sacerdote, ma il desiderio di diventare salesiano era troppo forte: la strada da seguire e che il Signore gli mostrò fu quella del salesiano coadiutore. Durante il suo operato, Artemide non si dimenticò mai dei sofferenti e il lavoro negli ospedali fu la palestra della sua Santità fino all’ultimo suo respiro, nel 1951. Il 9 ottobre 2022, in piazza San Pietro, un Papa proveniente dalla terra dove Artemide ha compiuto la sua missione, lo ha proclamato Santo.
La figura di Santo Zatti è un esempio chiarissimo di ciò che don Bosco sognava per la figura laica del Salesiano Coadiutore all’interno della Congregazione. Dalle Costituzioni salesiane leggiamo che «Il salesiano coadiutore porta in tutti i campi educativi e pastorali il valore proprio della sua laicità, che lo rende in modo specifico testimone del Regno di Dio nel mondo, vicino ai giovani e alle realtà del lavoro.» (Costituzioni Salesiane, art. 45). Una Congregazione priva di questa figura sarebbe diversa da quella immaginata da Don Bosco, perderebbe uno dei suoi elementi costitutivi e caratterizzanti.
Ad oggi la nostra Ispettoria è impreziosita dalla presenza e dall’operato di ben 16 Salesiani Coadiutori: Carlo Blagho, Giovanni Caprio, Luigi Dantone, Vittorio Dibitonto, Luigi Donno, Matteo Finelli, Domenico Lacedonio, Filippo Legato, Bruno Lombardi, Antonio Masi, Michele Matera, Antonio Meleleo, Mouzinho Domingos Joaquim Mouzinho, Valentino Persico, Alberico Quaglieri, Luigi Roccotiello. Solo l’anno scorso, il 12 novembre 2023, nella casa salesiana di Caserta, abbiamo potuto festeggiare la Professione Perpetua del Sig.Dantone, che ha scelto di servire i giovani attraverso questa vocazione.
Il Sig.Persico ci ricorda che “Il salesiano coadiutore ha come compito principale quello di portare ovunque il messaggio di Cristo. Questo ho sempre cercato di fare nel vivere la mia vocazione nella scuola e in oratorio: portare Cristo soprattutto nei contesti più difficili da raggiungere per un Salesiano Sacerdote”.
“La mia missione di salesiano coadiutore è cominciata nel segno dell’obbedienza”, ci ha detto il Sig.Donno. “Avevo concluso l’ottavo mese di aspirantato a Venosa, ancora senza sapere se avessi dovuto studiare per diventare sacerdote o altro. Fu il Visitatore Generale a dirmi di diventare coadiutore, e io così ho fatto, perché nella voce dei nostri superiori c’è la voce di Cristo!”.
Il Sig.Matera ritorna con la mente e col cuore agli anni vissuti nell’oratorio di Castellammare di Stabia: “Anche dopo che sono andato via ho continuato a seguire alcuni ragazzi che ho conosciuto lì. Ho vissuto tanti incontri che hanno lasciato il segno, soprattutto con ragazzi continuamente esposti al rischio della strada e della criminalità organizzata: la mia presenza fissa e il mio sguardo costante su di loro li ha portati spesso a confidarsi con me. Ad alcuni ogni tanto, ancora oggi, dico ‘perché non ti fai Salesiano?’: io getto il seme… poi il Signore fa il resto!”.
Il Sig.Masi vive attivamente il cortile, sta con entusiasmo in mezzo ai ragazzi e si rende disponibile in ogni modo. Gli si legge tanta emozione negli occhi quando ricorda gli anni al CFP di Cerignola, dove “anche dare una penna o un foglio a un ragazzo era un’occasione per cominciare a creare un po’ di confidenza. Io sono diventato salesiano coadiutore grazie all’esempio e alla guida di un altro salesiano coadiutore, e allo stesso modo cerco di fare con i ragazzi che ogni giorno incontro, provando a trovare in loro i segni delle proprie vocazioni. Sono certo poi che la figura di Artemide Zatti potrà aiutare ad accrescere il numero delle vocazioni salesiane!”.
Luigi Dantone, esattamente a distanza di un anno dalla sua Professione Perpetua, sottolinea che “è fondamentale far conoscere sempre di più l’affascinante figura del salesiano coadiutore: nella mia storia ho cominciato a maturare l’idea di diventare coadiutore proprio dopo aver letto la biografia di Stefano Sandor. Scegliere, oggi, di diventare salesiano coadiutore significa innanzitutto rispondere con la propria vita a una vocazione che viene direttamente da Dio; ma la sensazione più bella è sicuramente quella di contribuire a tenere viva la missione di don Bosco nella forma in cui lui l’aveva pensata alle origini”.
Nel celebrare la festa di Artemide Zatti, primo salesiano coadiutore santo, ringraziamo tutti i Salesiani Coadiutori (in particolare quelli della nostra Ispettoria) perché - attraverso la loro testimonianza di vita continuamente dedita al servizio dei giovani più bisognosi - ci ricordano che la vocazione del salesiano coadiutore è una strada efficace per percorrere in breve tempo il cammino verso la santità!
Antonio Ruoti e Antonio Gargano