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Essere Figli per diventare Padri
Cari Confratelli, cari membri della Famiglia Salesiana,
cari laici corresponsabili nella missione, cari amici tutti di don Bosco,
anche quest’anno lo sguardo sul calendario fa sussultare il nostro cuore di gioia, anche quest’anno la conclusione del mese di gennaio fa esplodere i nostri cortili di festosa allegria, anche quest’anno il 31 gennaio accende in noi sentimenti di riconoscenza, entusiasmo, emulazione!
È la festa del nostro Padre don Bosco!
Un giorno in cui siamo chiamati a rianimare il nostro sentimento di figliolanza verso colui che ha dato senso ed entusiasmo alla nostra vita e alla vita di tanti giovani in tutto il mondo. Un giorno in cui siamo chiamati a farci piccoli per riscoprire l’amorevolezza di un Padre che si è preso cura di noi, il cui sguardo ha incrociato il nostro, la cui esistenza ha illuminato la nostra. Abbiamo proprio bisogno di sentirci piccoli per sentirci FIGLI di questo grande Sognatore, che ci ha testimoniato come un sogno possa davvero generare futuro, possa davvero generare speranza, possa davvero generare vita! E proprio sentendoci piccoli, sentendoci figli, riconosciamo una Paternità e un’amorevolezza che proprio la paternità e l’amorevolezza di don Bosco hanno guidato. È la paternità amorevole di Dio che ha suscitato, attraverso lo Spirito Santo il nostro carisma, il Sistema Preventivo: la nostra vita salesiana! Il 31 gennaio di ogni anno non possiamo non sentirci figli amati, figli prediletti, figli scelti per essere resi parte di una così grande avventura.
E questo senso di figliolanza accende in noi un desiderio grande di ulteriorità, un desiderio grande di vivere e donare, quello stesso amore che abbiamo ricevuto, a chi è nel bisogno, a chi attende uno sguardo, una parola, un gesto che dica la predilezione e l’amore di Dio. Siamo chiamati a farci piccoli, siamo chiamati a sentirci figli, per poter anche noi diventare PADRI. Questo nostro tempo molto spesso diviene incarnazione plastica di Telemaco che scruta l’orizzonte e attende fiducioso e speranzoso il ritorno del Padre. Un tempo il nostro, i giovani i nostri, un’esistenza la nostra che attende fiduciosa e speranzosa l’emergere di un’amorevole paternità che abbracci, consoli, sostenga, incoraggi, corregga, guidi e illumini il cammino. E noi non possiamo essere autentici figli di don Bosco senza sentire nelle nostre vene ribollire lo scorrere di questa chiamata, di questa nostra vocazione.
È proprio nell’ottica di questa chiamata alla Paternità che, come IME, accogliamo l’invito ad accompagnare, su indicazione del nostro Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, la costituzione della Delegazione dell’Albania e del Kosovo alla quale si unirà anche il Montenegro. La delegazione non sarà una circoscrizione giuridica indipendente, ma sarà parte della nostra Ispettoria, il cui cammino verrà sostenuto da un Delegato che ne curerà l’accompagnamento e il coordinamento in vista di una progressiva autonomia. Sarà davvero un’avventura dello Spirito in cui gioieremo nell’accompagnare questo figlio che si incammina verso la maturità, in cui gioieremo nel dirci la nostra fecondità nel generare nuova vita, in cui gioiremo nello scoprirci generativi di grazia e di novità.
È la festa di don Bosco, è la festa in cui riscopriamo la gioia di sentirci figli, è la festa di noi figli che ci sentiamo chiamati a vivere da Padri, è la nostra festa!
Auguri di vero cuore a tutti!
L'ispettore, don Gianpaolo Roma