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36e GS della FS - L'incontro è Ascolto, Discernimento, Accompagnamento
Torino, 18 gennaio 2018
Per la prima volta a Valdocco, nel teatro del primo oratorio di don Bosco sono state inaugurate le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Da oggi a domenica i rappresentanti mondiali di 22 dei 31 gruppi della più grande famiglia religiosa della Chiesa vivranno occasioni di riflessione, formazione e celebrazione festosa condividendo le proprie originalità educative “alla luce della missione salesiana voluta da Dio e affinché la Strenna diventi realtà attraverso decisioni condivise”. Con queste parole P. Eusebio Muñoz, delegato per il Rettor Maggiore della Famiglia Salesiana, insieme all’Ispettore del Piemonte P. Enrico Stasi, hanno dato il benvenuto ai convenuti che partecipano attraverso la traduzione in 4 lingue diverse.
“Ascolto” e “Accompagnamento” sono le parole chiave di queste giornate. Per don Muñoz la complementarità dei gruppi della FS è «un’eccellente occasione per capire i loro significati e per concretizzarli nel quotidiano accrescendo l’esperienza carismatica di ognuno».
A preparare il clima di riflessione sulla Strenna, il Gruppo "Adonai Danza per l’evangelizzazione" si è esibita successivamente in una rappresentazione di teatro-danza ispirata all’icona biblica dell’incontro di Gesù con la donna Samaritana.
“Signore, dammi di quest’acqua”, con la citazione della Samaritana e l’illustrazione grafica del fumettista Fano il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, chiamato sul palco, mette in evidenza il senso di continuità che vuole offrire il messaggio della Strenna con la proposta Sinodale del Papa “I giovani, la Fede e il discernimento vocazionale” proponendo 3 azioni educative salesiane concretizzabili a favore dei giovani: l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento personale. Secondo l’esperienza personale di don Ángel, i giovani sono generosi, pronti a imparare e a “incamminarsi”, ma hanno bisogno di essere aiutati a crescere, a maturare nella vita e nella Fede. Queste esigenze devono essere le priorità evangelizzatrici dei laici, i consacrati, i genitori, gli educatori. Pertanto “l’incontro” deve necessariamente trasformarsi
in Ascolto per non lasciare indifferenti, come Gesù con la Samaritana attraverso l’accoglienza e l’incontro personale;
in Discernimento per spingere la persona, nessuno escluso, in avanti e in profondità;
in Accompagnamento per cambiare la vita, soprattutto quando l’azione educativa deve farsi strumento di mediazione dello Spirito Santo per raggiungere il cuore dei giovani.
Come ribadisce don Ángel, don Bosco era un esempio di educatore e di guida spirituale perfetto perché aveva un’attenzione dedicata a ciascun ragazzo, mai in maniera generalista, con rapporti personali e attenti. E’ necessario, quindi, far attenzione a non trasformare l’accompagnamento per i giovani in qualcosa di asettico e da “calendario”. Il cortile, la casa, il rapporto personale sono tanti elementi di un complesso stile di accompagnamento che avviene nell’Oratorio; che non deve rappresentare solo il “luogo del gioco” o del sostegno sociale, ma espressione viva di una missione che concorre a celebrare un’idea unitaria di vita e di cultura vocazionale, testimoniata da educatori credibili.
A partire dai preziosi spunti offerti dal Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, la grande Famiglia Salesiana punterà la lente d’ingrandimento, domani venerdi 19 gennaio, sull’arte di ascoltare e di accompagnare; sabato 20 gennaio, sull’ accompagnare in Salesiano; e, domenica 21 gennaio, sull’impegno personale e come gruppo alla concretizzazione della complessa arte dell’Ascolto e dell’Accompagnamento.
Alfredo Franciosa