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Formazione che abilita al lavoro
L’educazione e la formazione sono i requisiti indispensabili per accedere con successo nel mondo del lavoro e, in generale, per inserirsi nella società. Secondo i dati Istat, solo il 38,1% dei giovani del Sud posseggono un diploma e il 29,4% non è coinvolto in percorsi formativi abilitanti al mercato del lavoro. Sono dati allarmanti, perché annunciano nei nostri territori condizioni socio-economiche che si caratterizzeranno sempre di più da disuguaglianze e da giovani a rischio di povertà. Contro queste previsioni, come Salesiani al Sud, ci adoperiamo instancabilmente attraverso i percorsi di istruzione delle nostre Scuole di Formazione Professionale CNOS-FAP. Tante storie di cambiamento positivo cogliamo nei ragazzi e nelle ragazze che “abitano” i laboratori e che sono educati nello stile di don Bosco; da situazioni complicate di dispersione scolastica, a percorsi di crescita umana e professionale che aprono le porte al mercato del lavoro.
Una di queste è la storia di Giuseppe e del suo sogno di diventare un meccanico affermato.
“Mi chiamo Giuseppe, ho diciotto anni e abito a Forcella, nel Centro storico di Napoli. Ho frequentato per tre anni un Istituto professionale nella mia città, specializzato nella meccatronica, ma ho avuto difficoltà d’inserimento e problemi di rendimento scolastico. Non avevo più voglia di tornare a scuola, facevo il meccanico di motorini sperando un giorno di lavorare nel settore delle auto.
Nel 2021 ho conosciuto la Scuola di Formazione Professionale del “Don Bosco” di Napoli grazie a un mio amico che già la frequentava. Mi diceva sempre: “Vieni, è tutto bello, ti faranno lavorare ed è una bella esperienza”. Così ho cominciato e sin da subito mi è piaciuta. Ero abbastanza grande rispetto agli altri ragazzi e, nonostante il triennio scolastico precedente, sono ripartito dal primo anno, ma non mi sono arreso, anzi. Ho iniziato a imparare cose della meccanica che non conoscevo, mai nemmeno visto prima. Il rimorso di aver perso tempo è stata forte, ma ho sentito anche di aver trovato una grande opportunità di riscatto. Le lezioni di meccanica mi hanno appassionato da subito, mi hanno fatto tornare bambino, con quella voglia di giocare e di imparare dai professori per i modi con i quali si approcciano, per come mi trattano, perchè mi danno la possibilità di migliorare. Si preoccupano per me, mi aiutano ad affrontare gli ambienti lavorativi e "le cose" della vita. Nella scuola precedente ero solo uno studente misurato in base all’impreparazione; le mie preoccupazioni, i miei pensieri di ragazzo non erano materie da considerare.
La mia famiglia è molto soddisfatta di come prendo sul serio il percorso scolastico e le opportunità che mi vengono offerte. Don Mimmo, il sacerdote responsabile della Scuola Professionale, l'anno scorso mi accompagnò a Bergamo, per partecipare al Concorso nazionale “L’esposizione dei capolavori” del CNOS-FAP con altri 16 ragazzi selezionati in tutta Italia. Un concorso di meccanica in tre prove: il piatto frenante, il motore, la diagnosi. Parlarne, condividere le proprie passioni è stata una bellissima esperienza. E poi sono arrivato quarto. Per me era già una vittoria essere chiamato, ma arrivare tra i primi mi ha fatto comprendere quanto sono maturato nel percorso umano e scolastico nella scuola Salesiana.
Ad oggi ho avuto la possibilità di fare uno stage per due anni alla Mercedes di San Giovanni a Teduccio (Napoli), dove ho provato nuove emozioni. Nel primo periodo verificavo il tagliando, le ruote, insomma piccolezze che si fanno in un'azienda. Poi le responsabilità sono aumentate trattando i motori delle auto. La soddisfazione è finire un lavoro e verificare che la macchina funzioni.
Quest’anno poi andremo a visitare la fabbrica Lamborghini a Modena, e non vedo l’ora.
Il mio sogno? Continuare a lavorare alla Mercedes, sono affettuosi, mi cercano sempre per il lavoro; ed è una grande soddisfazione, mia, personale e unica.
La cosa più importante che mi hanno trasmesso nella Scuola Professionale è il senso di maturità: crescere, prendere “di petto” le responsabilità, affrontarle e saperle gestirle. Cercano di insegnarti i valori veri, quelli importanti anche al di fuori delle mura scolastiche”.
Aiutaci a migliorare e valorizzare la vita di tanti ragazzi come Giuseppe.
Aiutaci a garantire risorse umane e ambienti, funzionali ai percorsi di formazione che offriamo, per contrastare la povertà educativa e trasmettere le competenze necessarie all’inserimento nel mondo del lavoro.
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