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Don Bosco Express
Don Bosco Express: gli Animatori Salesiani di Lecce si tuffano in un’avventura inaspettata, con lo zaino in spalla e le tasche vuote!
Don Bosco ci insegna a non stare a guardare ma a porsi in prima linea per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale che, basata sulla dimensione religiosa, coniughi insieme allegria-studio-preghiera ma anche lavoro-religione-virtù. L’estate salesiana a Lecce ha visto un avvicendarsi ininterrotto di attività fra Campi per i ragazzi delle scuole medie, Estate Ragazzi, Estate Giovani, culminando nel Campo per i giovani delle superiori impegnati nell’animazione ad Alezio (LE), al centro del quale è stata pensata una giornata veramente aternativa!
Il Campo di formazione per Preanimatori e Animatori dell’Oratorio Centro Giovanile di Lecce (fra i 15 e i 18 anni) si è svolto come un classico campo-scuola, con ore di lezione (salesianità, antropologia, sacra scrittura, tecniche d’animazione, …), momenti di riflessione e preghiera, serate di svago e gioco….
Tutto regolare fino alle ore 11 di Lunedì 7 Agosto, quando il direttore dell’Oratorio raduna gli ignari giovani nel salone centrale e spiega loro cosa sarebbe avvenuto in quel quarto giorno di Campo: i 34 ragazzi vengono divisi in 17 coppie e dovranno vivere in quel giorno un’avventura che difficilmente potranno dimenticare. Con un solo cellulare scarico a coppia, una bottiglietta d’acqua a testa, una mappa, cartina geografica del percorso da compiere e senza soldi, devono immediatamente abbandonare l’alloggio che li accoglie con lo scopo di raggiungere entro sera la spiaggia di Lido Conchiglie. Tale percorso, circa 14km, dovrà essere svolto a piedi senza chiedere passaggi ad estranei ma con la sola possibilità di prendere i mezzi pubblici, un treno per raggiungere Gallipoli e un pullman per raggiungere la spiaggia, meta finale. Per comprare il biglietto del treno\autobus o per mangiare avranno a disposizione dei piccoli oggetti da poter vendere. Dovranno però riuscire entro un’ora dalla partenza a ricaricare il cellulare almeno al 50% e ad inviare la loro posizione via WhatsApp, poi mangiare, comprare i biglietti per i mezzi pubblici e riuscire a guadagnare dei soldi per “sopravvivere” durante la giornata.
Quando il don finisce di elencare le regole dell’inusuale “gioco”, i ragazzi, spaesati e stupiti, dapprima si guardano fra di loro per cogliere negli altri conferme e incoraggiamenti… ma in pochi secondi si lasciano prendere dall’entusiasmo e dalla loro voglia di avventura e in una manciata di minuti sono già per strada, con il loro zaino semivuoto in spalla. Le prime ore sono caratterizzate dal divertimento e dall’entusiasmo: la benevolenza delle prime persone cui i ragazzi si son rivolti per chiedere aiuto (c’è chi li ospita a casa propria per un veloce pranzo estivo!) li incoraggia, ma, col passare del tempo, vivendo le prime frustrazioni, stanchi e affaticati dall’afoso caldo che sta attanagliando il Salento in questo periodo (fra i 37° e i 41°), aumenta lo scoraggiamento e la delusione. Difficile per i giovani accettare di dover chiedere l’elemosina a dei passanti sconosciuti i quali, a volte gentili, rispondono cordialmente, ma il più delle volte, annoiati dalla richiesta d’aiuto dei giovani li maltrattano o rispondono bruscamente. Confrontarsi con una realtà completamente nuova e diversa da quella che vivono quotidianamente nelle loro case tra i loro cari non è per loro affatto semplice. I ragazzi ovviamente non sono abbandonati a loro stessi: gli animatori adulti li controllano a distanza costantemente, precedendoli nei punti d’incontro sparsi lungo il percorso, sostenendoli e incoraggiandoli. La stanchezza e i piccoli fallimenti non hanno però la meglio: nessuna coppia si ferma o si ritira dall’impresa! Con grande umiltà, affrontando la loro stanchezza e il disagio, riescono ad andare avanti. Alle ore 19 la spiaggia libera del Lido Conchiglie, gremita di turisti e bagnanti arrivati nel Salento da tutto il mondo, vede i nostri eroi arrivare di corsa per essere primi a notificare il loro arrivo al sesto checkpoint, che avrebbe sancito la classifica finale delle coppie e la conclusione della straordinaria avventura. Provate e stanche tutte le coppie riescono a raggiungere la destinazione finale, dove li attende una grigliata organizzata per loro dagli educatori del campo.
È arrivato il momento di rileggere e decodificare l’esperienza vissuta: dopo essersi rifocillati e riposati grazie ad un rilassante bagno e a momenti di gioco e svago insieme sulla spiaggia, intorno al fuoco, i giovani animatori danno libero sfogo ad una risonanza particolarmente emozionante delle ore vissute, riconoscendo momenti di entusiasmo e di crisi, sapendo rivedere sé stessi e i propri compagni di avventura. Con grande sorpresa da parte degli stessi educatori sanno cogliere il vero significato della giornata vissuta insieme: hanno imparato a confrontarsi tra loro e con le loro paure, che hanno riconosciuto, superato e vinto insieme, sostenendosi vicendevolmente. Si sono sentiti vicini alla realtà delle persone meno fortunate di loro che vivono ogni giorno il rifiuto e l’ostilità di un mondo che fa finta che non esistano; aiutati anche da extracomunitari incontrati per strada, hanno compreso che molte volte la paura del diverso, dello sconosciuto, ci priva della conoscenza effettiva dello stato delle cose. Hanno appreso infine ad amministrare e gestire coscienziosamente le poche cose che avevano a disposizione. Molti di loro si sono detti felici della prova superata e pronti a ripeterla. Altri hanno acquistato fiducia in sé stessi, altri ancora hanno riscoperto nell’altro una possibilità di ricchezza e sostegno, hanno imparato quanto sia bello, riconoscendo le proprie difficoltà e limiti, saper chiedere aiuto, abbandonando l’atteggiamento di chi pretende e dà tutto ciò che ha come cosa dovuta. Per questi giovani è stata, un’occasione di crescita unica e particolarmente formativa che rimarrà nei loro cuori per sempre e … per noi, loro educatori, che li osserviamo crescere cercando di essere un punto di riferimento sano e sempre attento alle loro richieste d’aiuto, è stata una grande soddisfazione vederli fieri di sé stessi e felici!
Una giornata del genere, a carattere esperienziale, è stato il perfetto coronamento dell’attività formativa, più didattica e riflessiva, che i giovani hanno potuto vivere nel contesto del Campo… permettendo una splendida sintesi fra fede e vita… insegnando loro a vivere lo stile di don Bosco “in maniche di camicia”!