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«Accresci in noi la fede»

Domenica 5 ottobre, alle porte dell’Ottobre Missionario, la Chiesa ascolta nel Vangelo la supplica degli apostoli: «Signore, accresci in noi la fede!» (Lc 17,5). Un’invocazione che accompagna ogni missionario, chiamato a vivere la fede non come certezza acquisita ma come cammino che cresce nel tempo.
Tra questi testimoni c’è don Oreste Valle, salesiano missionario oggi presso la Casa salesiana di Scutari (Albania), che ha trascorso dieci anni in Madagascar e trentatré in Albania, portando ovunque la presenza discreta e operosa del Vangelo.
La sua storia missionaria inizia nel 1981, un giorno che ricorda con nitidezza e gratitudine:
«Ho ricevuto il Crocifisso, che conservo ancora appeso alla testata del letto, dalle mani di don Bernard Tohill nel 1981. Era una domenica, forse in data 4 ottobre. Sono poi arrivato in Albania il primo ottobre del 1992.»
Da allora, la sua vita si intreccia con quella di un popolo in cammino, nel segno della speranza e della fede condivisa.
Una fede che cresce negli incontri
«Da quando sono missionario come la mia fede ha fatto passi in avanti? È sempre abbastanza difficile rispondere a domande che riguardano la tua vita interiore. Questa poi, sulla fede personale, è particolarmente difficile.
Aiuta il fatto che domenica il Vangelo affronta proprio il problema della fede: “Accresci la nostra fede”. La parola greca si tradurrebbe meglio: su quella poca fede che abbiamo, aggiungi qualcosa di più. Si escludono nel discorso sull’aumento della fede le verità professate nel Credo e dalla Chiesa. Si tratta di qualcosa che si è mosso dentro e che solitamente è occasionato da incontri.»
Tra questi incontri, uno in particolare ha lasciato un segno profondo.
«Una bimba di 9-10 anni che si preparava alla Prima Comunione, e nella cui classe la catechista non aveva ancora parlato della confessione, mi ha chiesto di confessarla. Le ho chiesto cos’era per lei la confessione. Risposta: "La catechista non me l’ha detto, ma Gesù mi ama e mi perdona".
Alla mia domanda: "E tu cosa fai?", mi aspettavo che dicesse: Dico i miei peccati. Ma invece mi ha detto: "Io rinnovo il mio amore a Gesù".»
Un nuovo sguardo sulla fede e sui sacramenti
«Avevo una concezione piuttosto giuridica dei sacramenti: le cinque cose per fare una buona confessione, le tre cose per fare una buona Comunione.
E pian piano ho dovuto affrontare l’impegno per una comprensione personale di Gesù, della fede, dei sacramenti, della vita spirituale.»
Da allora, la vita spirituale di don Oreste è diventata un dialogo continuo con il Signore.
«Prego molto di più di un tempo, studio molto di più la Scrittura, dedico molte ore allo studio e alla preparazione dell’omelia domenicale.
Così ho preso l’abitudine di domandarmi, prima di prendere delle decisioni, se Gesù è contento di quello che voglio realizzare, e dopo se è contento di come ho realizzato.
La confessione è rinnovamento del mio amore per Gesù. L’Eucaristia è sempre più un incontro che cambia qualcosa di me e Gesù, con la sua presenza continua, è in me 24 ore al giorno.»
La scoperta dell’amore che trasforma
«Mi ha aiutato molto conoscere la vita mistica di una giovane cooperatrice salesiana, oggi Serva di Dio, Vera Grita e l’Opera dei Tabernacoli viventi. Dio è sempre di più l’amore trasformante, Gesù colui che salva e la vita.»
E aggiunge con la lucidità di chi ha percorso un lungo cammino di servizio e di fede:
«Sono santo? Sono sempre più convinto della potenza santificante dello Spirito, ma sempre più consapevole delle mie miserie e chiusure in me stesso, delle mie paure e delle mie mancanze.
Con la vecchiaia questo genere di problemi diventano più grandi e preoccupano di più.
Ma sono anche sempre più sicuro della misericordia di Gesù, che non può condannare all’inferno uno come me che ha passato dieci anni di missione in Madagascar e trentatré in Albania, per lavorare con alti e bassi, con una fede più viva o molto debole o quasi morta, ma sempre impegnato per l’avvento del Regno di Dio in terra.
Adesso non lavoro più come agli inizi della missione in Albania, a Tirana, Breglumasi, Uzina e Traktorëve, Bathore, Kamza e Zallër. Nel mio impegno apostolico cerco di più di formare Cristo nel cuore degli uomini e delle donne. Sono ora più sereno, più in pace che mai prima.»
La testimonianza di don Oreste Valle, raccolta in questo Ottobre Missionario, ci riporta al cuore della fede: un cammino che cresce nel tempo, che si nutre di incontri, di silenzi, di scelte, e che si rinnova ogni giorno davanti al Crocifisso ricevuto tanti anni fa.
Quello stesso Crocifisso che ora, appeso alla testata del suo letto, continua a ricordargli - e a ricordarci - la preghiera più semplice e più vera: «Signore, accresci in noi la fede.»