I nostri partner e noi utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per personalizzare contenuti e pubblicità, fornire funzionalità ai social network o analizzare il nostro traffico. Cliccando acconsenti all'uso di questa tecnologia sul nostro sito web. Puoi cambiare idea e personalizzare il tuo consenso ogni volta che vuoi tornando a questo sito web. Può gestire le impostazioni relative ai cookie, cliccando su 'Gestisci cookie'.
Tragedia per 2 ragazzi delle comunita' famiglie
"Non ammazziamoli due volte"
Alessandro ed Emanuele due ragazzi accolti nelle nostre comunità con precedenti penali e con un futuro negato
Alessandro ti accogliemmo nella nostra Comunità di Torre Annunziata a metà novembre. Un mese prima avevi trovato a casa tuo padre morto suicida. Suicida perché colpito nella sua dignità di padre e marito. Aveva perso il lavoro e non riusciva a trovarne un altro per portare avanti te e gli altri tre fratelli. Chi di noi sa cosa vuol dire perdere un padre a diciassette anni in quel modo? Penso e spero pochi. Nei primi giorni di comunità una notizia porta il sorriso sulle tue labbra: la tua ragazza aspetta una bambina. Che bello vederti fare l’allenatore dei piccoli in oratorio: incoraggiare, correggere, giocare .. ci sembrava un grande allenamento alla paternità. Come eri gioioso dopo che avesti la possibilità di avere tra le braccia tua figlia. In pasticceria per imparare un mestiere … come eri stimato e apprezzato e ogni cosa che ricevevi era sempre per tutti! Ma un forte senso del dovere sentivi verso tua mamma, la tua ragazza e tua figlia. Nonostante l’insistenza nel volerti prolungare la permanenza in comunità ci dicevi continuamente che a casa avevano bisogno di tè. Sentivi l’esigenza di riscattarti nei confronti di coloro che ti volevano bene, sentivi l’esigenza di riscattarti nei confronti di tuo padre. Ci dicevi continuamente che una figlia deve avere il padre a casa. Oggi abbiamo visto tua figlia Antonia imbraccio alla zia sorridente ma ignara di tutto … alla porta di casa papà Alessandro non busserà più.
Emanuele, gigante buono, col sorriso da bambino, dal cuore generoso, sempre pronto a difendere i tuoi compagni, a scherzare con tutti, piccoli e grandi, divertente, ironico, simpatico, come si poteva non volerti bene?! Da quasi due anni con noi. Vestito tutto di bianco, ogni mattina attraversavi il cortile, sfidando le pallonate dei ragazzi che giocavano, diretto in pasticceria con un’aria così assonnata che sicuramente avresti preferito tornartene a letto piuttosto che andare a scuola. Ci piaceva vederti giocare a calcio, sempre in porta: esultavi per ogni parata fatta, ti arrabbiavi quando ti facevano goal. Ti sentivamo gridare da lontano con quel vocione. Quel vocione che tuo figlio che nascerà lunedì non potrà mai ascoltare.
Una tragedia per le vostre mamme, per i vostri figli, per l’amico di camera di Emanuele che al ritorno dalle vacanze troverà quel letto vuoto. Un dolore profondo per tutti noi. Una sconfitta educativa? Si forse abbiamo fallito. Potevamo fare di più e meglio come comunità. Oggi primo giorno di ferie per i nostri politici .. intanto tanti ragazzi imparano un mestiere per un lavoro che non c’è e padri si ammazzano perché hanno perso la dignità. Siamo certi che voi in questa brutta storia nella quale siete stati coinvolti non centrate. Amavate la vita, qualcosa l’avete pure imparata in questi mesi, speriamo che anche noi impariamo qualcosa da questa brutta storia. In questa notte di san Lorenzo sono cadute le stelle, speravamo … ma la vostra è rimasta nel cielo.
Don Antonio Carbone
Direttore Comunità per minori “Il Sogno” Napoli e “Mamma Matilde” Torre Annunziata