REFERENDUM 2011

sabato 11 giugno 2011
REFERENDUM 2011

Che cosa si vota nel prossimo referendum?
Il referendum del 12 e 13 giugno prevede quattro quesiti distinti: due riguardano la privatizzazione dei servizi idrici, uno il ricorso all’energia nucleare e l’ultimo riguarda la legge sul legittimo impedimento.

Cosa si decide riguardo l’ACQUA?
Il primo quesito sulla privatizzazione dell’acqua riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il comitato referendario vuole abrogare la norma per cui la gestione delle Ato e dei servizi idrici passerà in mano a società di capitale privato o misto, a partire dal 2012. La vittoria al referendum bloccherebbe di fatto il procedimento di privatizzazione dei servizi idrici avviato dalla maggioranza. Il secondo quesito riguarda invece “la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito”: il comitato referendario vuole abrogare la parte di normativa che permette ai gestori privati di ottenere un guadagno dal capitale investito. In questo modo verrebbe impedito alle aziende di realizzare profitti e, di conseguenza, renderebbe non conveniente agire su questo mercato.

Cosa si decide riguardo il NUCLEARE?
Il quesito prevede l’abrogazione di una grossa mole di articoli e commi: in breve impedirebbe la costruzione di centrali sul territorio italiano. In seguito al disastro di Fukushima e al rinnovato dibattito sulla sicurezza del nucleare, il Governo ha però annunciato una moratoria sull’atomo, che posticiperà ogni decisione sull’argomento per almeno un anno. Il comitato referendario accusa la maggioranza di cercare di confondere gli elettori e, in questo modo, di minare il successo del referendum. Nel 1987, a poco più di un anno dalla tragedia di Chernobyl, gli elettori decretarono con una maggioranza dell’80% il no assoluto alle centrali nucleari in Italia. La vicinanza tra disastri nucleari e referendum, con relativa influenza sulle decisioni, si ripete quindi anche quest’anno.

Cosa si decide riguardo il LEGITTIMO IMPEDIMENTO?
Si tratta del quesito più “politico” tra quelli proposti il 12 e 13 giugno. Il legittimo impedimento permette al Presidente del Consiglio e ai ministri di non recarsi in un’udienza penale se sopraggiungono impegni di carattere istituzionale. La Corte costituzionale a gennaio ha ridimensionato l’applicabilità della norma, ma un’eventuale vittoria dei sì la cancellerebbe del tutto.


RASSEGNA STAMPA SUL TEMA

 

Il Papa: “Si usino energie non pericolose”
9 giugno 2011

Benedetto XVI fa riferimento alle tragedie che quest'anno hanno colpito "la natura, la tecnica e i popoli". E chiede che vengano sfruttate fonti che "salvaguardino il patrimonio della creazione"



”Adottare complessivamente uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie appropriate che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericoli per l’uomo, devono essere priorità politiche ed economiche”. Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso ai nuovi ambasciatori di Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Siria, Ghana, Nuova Zelanda, in cui ha fatto riferimento alle “innumerevoli tragedie” che hanno toccato quest’anno “la natura, la tecnica e i popoli”.

Chiaro il riferimento anche all’incidente nucleare di Fukushima. ”La vastità di tali catastrofi ci interroga”, ha detto il Papa. “E’ l’uomo che viene prima, è bene ricordarlo. L’uomo a cui Dio ha affidato la buona gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnica e diventarne soggetto”, ha aggiunto. E “una tale presa di coscienza deve portare gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, davanti alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie”.

Secondo il Pontefice, “diventa necessario rivedere totalmente il nostro approccio alla natura”, che “non è unicamente uno spazio da sfruttare o ludico”, ma “è il luogo natale dell’uomo, praticamente la sua ‘casa’. Essa ci è essenziale”. Il Papa ha auspicato un “cambio di mentalità” per “arrivare rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di sparire”. Inoltre “l’insieme dei governanti devono impegnarsi a proteggere la natura e aiutarla e adempiere il suo ruolo essenziale per la sopravvivenza dell’umanità”.

“Le Nazioni Unite – ha sottolineato Benedetto XVI – mi sembrano essere il quadro naturale di una tale riflessione che non dovrà essere oscurato da interessi politici ed economici ciecamente partigiani, al fine di privilegiare la solidarietà rispetto all’interesse particolare”. Secondo Ratzinger, poi, “conviene anche interrogarsi sul giusto posto della tecnica”, dal momento che “i prodigi di cui è capace vanno di pari passo con disastri sociali ed ecologici”. L’allarme del Pontefice è verso “la tecnica che domina l’uomo, lo priva della sua umanità” e verso “l’orgoglio che essa genera” e che “ha fatto nascere nelle nostre società un economismo inflessibile e un certo edonismo tale da determinare soggettivamente e egoisticamente i comportamenti”.

 

Monsignor Mariano Crociata

CITTÀ DEL VATICANO - Sulle "dinamiche istituzionali" che accompagnano i prossimi referendum la Conferenza episcopale italiana non si esprime, ma, per bocca del segretario generale, monsignor Mariano Crociata, i vescovi hanno sottolineato l'importanza di salvaguardare i beni comuni come l'acqua nella disponibilità di tutti.

"Dobbiamo dire che questioni come quella dell'acqua dobbiamo sempre esercitare una grande vigilanza e responsabilità sociale, perché si tratta della cura che dobbiamo avere di questo bene, come di tutti i beni comuni", ha detto Crociata interpellato dai giornalisti in una conferenza stampa dell'assemblea generale della Cei. "L'invito e l'incoraggiamento dei vescovi non può essere che verso una cura sempre più grande perché i beni comuni rimangano tali e siano salvaguardati e custoditi per il bene di tutti".

 

Referendum, il cardinal Turkson: "L'acqua sia pubblica"

CITTA’ DEL VATICANO – La gestione dell’acqua ”deve essere un servizio che il governo rende ai suoi cittadini”. Lo ha detto all’ANSA il Cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e Pace, a margine di una conferenza stampa presso lo stesso dicastero.
”Il governo prende dai cittadini le tasse – ha specificato Turkson – e deve quindi offrire ai cittadini dei servizi, incluso il servizio dell’acqua potabile, perché da un lato ci vuole senz’altro un sistema che funzioni e che adotti le tecnologie più evolute, anche a livello idrico, ma dall’altro non dobbiamo dimenticare il fatto che se esiste un governo è per assicurare il bene comune ai suoi cittadini”.
Presentando alla stampa il convegno ”Executive Summit on Ethics for the Business World” che si svolgera’ in Vaticano dal 16 giugno prossimo, il presidente di Giustizia e Pace ha affermato che ”i grandi richiami alla responsabilita’ sociale chiedono che le imprese siano organizzate e gestite non solo dal punto di vista meramente economico o tecnico, ma anche dal punto di vista umano e in particolare della risposta ai nuovi bisogni, legati a beni collettivi fondamentali come l’acqua e lo sviluppo qualitativo”.
Parlando con l’ANSA a margine della conferenza stampa, alla richiesta di una precisazione sulla dimensione etica della gestione privatistica dell’acqua, il card. Turkson ha risposto: ”Non si puo’ contare solo sul profitto”. Il porporato ha portato quindi l’esempio del suo paese, il Ghana. ”Qui il governo – ha spiegato – ha deciso di privatizzare l’acqua con l’argomentazione che grazie alla privatizzazione c’e’ una compagnia in grado di realizzare le dighe e purificare l’acqua, ma dall’altra parte i cittadini devono pagare per questo servizio. La stessa cosa e’ avvenuta con l’energia elettrica”.
Il cardinal Turkson ha quindi ribadito che la gestione dell’acqua ”deve essere un servizio che il governo rende ai suoi cittadini e anche se privatizzato deve essere fortemente sovvenzionato perche’ se uno deve pagare cio’ che costa per produrre l’acqua, che cosa succede se non riesce a pagare? Che cosa vuol dire che non prende piu’ l’acqua? A che cosa serve allora il governo per i cittadini?”.
”Il governo prende dai cittadini le tasse – ha concluso – e deve quindi offrire ai cittadini dei servizi, incluso il servizio dell’acqua potabile, perché da un lato ci vuole senz’altro un sistema che funzioni e che adotti le tecnologie più evolute, anche a livello idrico, ma dall’altro non dobbiamo dimenticare il fatto che se esiste un governo è per assicurare il bene comune ai suoi cittadini”.

 

COFERENZA STAMPA.

http://www.youdem.tv/doc/209431/referendum-la-cei-prende-posizione-lacqua-rimanga-un-bene-pubblico.htm  (Monsignor Mariano Crociata)

http://www.youtube.com/watch?v=CyK4xlz9fGI   (PADRE ALEX ZANOTELLI)

8321u03pfd|00009865|donboscoalsud.it|News|Testo
8321u03pf8|000098654980|donboscoalsud.it|News|Testo|33DDE12C-2AE4-4DF2-8D2C-DBE070382E97