I salesiani per l’infanzia africana: l’accoglienza di ragazzi e ragazze in difficoltà

domenica 26 giugno 2011
I salesiani per l’infanzia africana: l’accoglienza di ragazzi e ragazze in difficoltà

L’impegno per l’infanzia abbandonata è un’eredità comune a tutti i membri della Famiglia Salesiana. L’esperienza delle Figlie di Maria Ausiliatrice e il grande impegno delle Procure Missionarie affiancano il lavoro dei Salesiani per i bambini e i giovani dell’Africa.

In molti paesi africani per decenni le comunità dei villaggi hanno garantito aiuto e protezione all’infanzia, soprattutto nelle aree rurali, dove i minori, in caso di assenza dei genitori, venivano affidati ai membri anziani o ai parenti più prossimi. La situazione attuale, tuttavia, che vede emergere in vari paesi i problemi dell’urbanizzazione incontrollata, delle sanguinose guerre civili e dell’AIDS, espone i bambini e i giovani alle realtà più difficili. Ogni giorno migliaia di bambini subiscono violenze, sfruttamento e abusi. Il fenomeno dei ragazzi di strada diventa la manifestazione più visibile della violazione dei diritti dell’infanzia nel continente.

Per loro lavorano instancabilmente i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). In Uganda, a Kampala-Namugongo, grazie al sostegno della Procura Missioni Don Bosco di Torino, dal 2007 i salesiani curano un centro che accoglie circa 150 bambini e ragazzi di strada. Obiettivo di questo progetto è la promozione sociale di questi giovani svantaggiati, offrendo pasti, vestiti, accesso alle cure mediche e all’istruzione, sempre affiancati dall’educazione ai valori e all’allegria salesiana, che permettono loro di superare i traumi vissuti e di svilupparsi integralmente.

In Africa la Procura di Torino ha sviluppato vari progetti di sostegno all’infanzia abbandonata anche con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra questi le opere di Kasama, in Zambia; e di Namaacha, in Mozambico.

Nell’opera di Kasama le FMA ospitavano da tempo ragazze vittime di violenze ed abusi sessuali, orfane o ragazze povere, ma la struttura in cui vivevano era ormai fatiscente. Raccolti i fondi necessari si è proceduti all’acquisto e ristrutturazione di un edificio adiacente alla struttura delle suore, che è diventato una casa sicura per le ragazze. Qui le suore sostengono le ragazze nell’educazione e nello sviluppo delle singole individualità e sensibilità, le aiutano a divenire responsabili di sé stessi e ad emanciparsi dagli archetipi culturali dominanti.

A Namaacha, invece, data la scarsità di scuole presenti nelle zona e le difficoltà per le giovani di frequentarle, le FMA hanno deciso di ristrutturare un vecchio edificio, posto però in un’area poco salubre. I lavori di ristrutturazione, costati in totale 65.000 €, hanno incluso il rifacimento del tetto, il rinforzo delle pareti, la ristrutturazione delle fenditure, la costruzione di un nuovo pozzo, la bonifica delle acqua stagnanti, una nuova canalizzazione dell’acqua e vari ritocchi alle pareti esterne. Grazie a questi lavori attualmente circa 30 ragazze tra gli 11 e i 18 anni hanno un luogo sicuro in cui vivere e la possibilità di andare a scuola. È stata sensibilmente ridotta, inoltre, la diffusione di malattie infettive, come la malaria, e sono quasi scomparse le malattie polmonari, con beneficio per tutta la comunità.

Pubblicato il 24/06/2011

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