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CNOS Sport: l'Italia ha il Manifesto dello sport educativo.
Educare sul campo
''Manifesto dello sport educativo'' da Cei e 12 associazioni cattoliche
"Nel solco della presenza dei cattolici nella società italiana e alla luce dell'alto Magistero della Chiesa, riconosciamo nell'esperienza sportiva una grande risorsa educativa a disposizione della persona umana e della collettività. Lo sport è un bene educativo di cui nessun ragazzo dovrebbe fare a meno. Milioni di ragazzi sono cresciuti e sono diventati adulti e bravi cittadini giocando e praticando": si apre con queste parole il "Manifesto dello sport educativo", presentato oggi a Roma dall'Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, insieme a dodici associazioni di ispirazione cristiana che si occupano di sport. Significativo il contesto della presentazione: l'incontro, infatti, è stato ospitato dal Coni (Comitato olimpico nazionale) con il suo presidente, Gianni Petrucci, che ha salutato i presenti ricordando il ruolo importante svolto dalle realtà ecclesiali in campo educativo e formativo, specie in favore dello sport di base e negli ambienti educativi: "L'Italia è stata la prima nazione al mondo a portare un prete alle Olimpiadi (i direttori dell'Ufficio Cei di pastorale dello sport, mons. Carlo Mazza e, in seguito, mons. Mario Lusek, ndr) con il ruolo di assistente spirituale a disposizione degli sportivi. E potete immaginare quanto bene possa fare la sua presenza sul piano degli aiuti e dei consigli anche per i campioni dello sport".
Una "palestra di spiritualità". Insieme al segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, erano presenti all'incontro il direttore dell'Ufficio nazionale di pastorale dello sport, mons. Maio Lusek, il vice-direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali, don Ivan Maffeis, e i presidenti e rappresentanti delle associazioni promotrici del "Manifesto": Anspi (oratori e circoli), Compagnia delle Opere, Cnos Sport (Salesiani), Csi, Confcooperative, Mcl, Fisiae (scuole cattoliche), Libertas, Noi Associazione (oratori), Pgs (Polisportive giovanili salesiane), Sportmeet (Focolari), e UsAcli. Mons. Crociata ha voluto anzitutto sottolineare la portata delle realtà coinvolte, "un'ampia rete di condivisione di progetti educativi e formativi in campo sportivo - ha detto - che cammina per l'integrazione pastorale e costituisce di fatto una 'palestra di spiritualità'". Il segretario generale, inoltre, ha notato che "l'attenzione della Chiesa per lo sport educativo è una realtà che viene 'da lontano', come mostrano le parrocchie, gli oratori, la storia delle stesse associazioni promotrici, oltre al Magistero dei Papi e dei Vescovi che nel corso dei decenni hanno variamente parlato dell'importante valenza educativa dello sport per la crescita integrale della persona". Facendo riferimento al documento "Educare alla vita buona del Vangelo" per il decennio 2010-2020, mons. Crociata ha ricordato che "occorre diffondere la nuova cultura sportiva indicata nel Manifesto facendo appello a tutte le realtà presenti nella comunità che diventa un unico soggetto 'educativo'".
Alleanza educativa. "Insieme si vince e mai come per il mondo sportivo una alleanza educativa come quella scaturita dalla redazione del 'Manifesto' può avere una positiva ricaduta sul territorio, per unire parrocchie, associazioni, famiglie, scuole, in una parola tutto il mondo che ha a cuore l'educazione dei più giovani": lo ha detto Massimo Achini, presidente del Csi (Centro sportivo italiano) e membro della Giunta del Coni, nella veste di portavoce delle 12 associazioni che hanno firmato il Manifesto. "Certamente - ha proseguito - ci sarà un grande impegno in tutte le realtà educative, nelle parrocchie e associazioni per diffondere, anche fuori dei confini ecclesiali, questo 'Manifesto' i cui contenuti sono al servizio dell'impegno educativo indicato dagli Orientamenti decennali della Cei come la forma di servizio oggi più necessaria".
I contenuti del "Manifesto dello sport educativo"
La premessa del documento è per "uno sport per l'uomo aperto all'Assoluto" che "sappia educare ai fondamenti etici della vita". I valori da diffondere tra i giovani che praticano sport sono "lealtà, perseveranza, amicizia, condivisione, solidarietà". Lo sport "non deve essere asservito alle logiche del mercato e della finanza". Le azioni fondamentali su cui si devono impegnare le associazioni e realtà educative sono: "costruire alleanze educative", "progettare percorsi educativi nello sport", "accogliere" ogni persona che si avvicina, "orientare" ("educazione è cosa del cuore"), "accompagnare" mettendosi accanto ai giovani. Il Manifesto si chiude con le parole di Benedetto XVI che ha definito lo sport "mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società".
"Sappiamo che sono possibili tanti modi di concepire, organizzare e vivere la pratica sportiva: a noi interessa uno sport per l'uomo aperto all'Assoluto, uno sport che sappia educare ai fondamenti etici della vita e consideri la persona nella sua dimensione unitaria: corpo, anima, spirito". È questo il primo punto del "Manifesto dello sport educativo" (testo integrale in *.pdf) elaborato dall'Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana in collaborazione con il "Laboratorio di comunione tra le associazioni sportive di ispirazione cristiana".
La sfida educativa. Lo sport promosso nel "Manifesto" dev'essere un mezzo per "affrontare la 'sfida educativa' agendo con intenzionalità per il raggiungimento di valori, capacità personali, bagagli esperienziali, tradizioni culturali, sensibilità spirituali che sono la storia e il presente delle nostre associazioni", e non "asservito alle logiche del mercato e della finanza, basato sull'arroganza dei 'cattivi maestri', sulla selezione dei più forti a scapito di uno sport per tutti, sull'illegalità, sull'uso di sostanze dopanti e che propone modelli e stili di vita centrati sull'egoismo, l'individualismo e il consumismo". I firmatari del testo, dodici tra enti e associazioni, si riconoscono "nelle parole del Beato Giovanni Paolo II", per il quale "la pratica sportiva può favorire l'affermarsi nei giovani di valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l'amicizia, la condivisione, la solidarietà". "L'attività sportiva - recita il 'Manifesto', riprendendo le parole di Benedetto XVI - rientra tra i mezzi che concorrono allo sviluppo armonico della persona e al suo perfezionamento morale", pertanto si configura come "una grande risorsa educativa a disposizione della persona umana e della collettività".
Rigenerare la cultura dello sport. "Lo sport - si legge nella citazione di Pio XII - è un bene educativo di cui nessun ragazzo dovrebbe fare a meno" e milioni di ragazzi "sono cresciuti e sono diventati adulti e bravi cittadini giocando e praticando" attività sportive. Alla luce di queste riflessioni, serve "una rigorosa formazione degli educatori", appare "necessario" promuovere "una rigenerazione della cultura sportiva" in grado di restituirle "la sua funzione educativa, ludica, ricreativa" e "la sua dignità culturale e civile". Lo scopo è "risvegliare" negli operatori sportivi "l'intenzionalità educativa" mediante "un modello pedagogico" attento ai "segni dei tempi" che metta "la persona al di sopra dell'organizzazione, al di sopra dello spettacolo e al di sopra dei trofei". Nella convinzione che l'intenzionalità educativa necessiti di "un modello operativo capace di rendere chiara, definita e riconoscibile la relazione tra i diversi soggetti" avendo come obiettivo "la crescita integrale della persona", viene auspicato che "gli spazi sportivi" si trasformino "in luoghi educativi" e "soprattutto, luoghi simbolici" e "di azione pedagogica, spazi d'inclusione e d'integrazione, in cui è possibile relazionarsi con gli altri e con il proprio territorio".
La "ricetta" per educare allo sport. Costruire alleanze educative, progettare, organizzare, allenare a vivere la vita e valutare: sono queste le "cinque azioni fondamentali per educare con lo sport" definite nel documento. "Costruire alleanze educative", in primo luogo: con la famiglia, la scuola, la parrocchia; poi "progettare percorsi educativi nello sport" per creare "consapevolezza e condivisione" tra i diversi soggetti educativi, definendo gli obiettivi che s'intendono raggiungere. E ancora: "Organizzare incontri di studio e confronto" per favorire "la conoscenza e la diffusione dei valori dello sport", "allenare a vivere la vita" valorizzando le potenzialità educative "insite nella pratica sportiva in tutte le sue fasi", e infine "valutare", singolarmente e in gruppo, quanto è stato fatto, così da "avere elementi concreti" per una "positiva ripresa del cammino educativo".
Mezzo di crescita e contatto con la società. Ci sono, infine, dei criteri che "consentono di distinguere un'impostazione corretta" da una che non lo è: "L'accoglienza", che vuol dire "accettare l'altro" e "valorizzarlo"; "l'orientamento", per progettare la vita con fiducia e responsabilità; "l'accompagnamento", perché gli adulti si "mettano accanto alle giovani generazioni"; "l'offerta di fiducia" che si realizza con la testimonianza, "dare speranza" nello sport, che significherà "proclamare con i segni, le opere, i fatti la verità sull'uomo e sulla vita". Il "Manifesto" si conclude con l'impegno a "educare alla vita buona del Vangelo", richiamando le parole di Benedetto XVI sullo sport: "Praticato con passione e vigile senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di un sano agonismo e di perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società".