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La carità (2) - Quaresima in rubriche

QUARESIMA IN RUBRICHE
- la carità -
Giovedì 9 Marzo, 2017
Consigliare i dubbiosi.
La cultura del nostro tempo spinge l’uomo all’autosufficienza e all’autoreferenzialità, che lo costringono a sminuire tutto il mondo esterno e assolutizzare i propri pensieri, le proprie opinioni e i propri sentimenti.
La nostra vita viene spesso appesantita da tante insicurezze e dubbi, alle quali il mondo moderno sembra offrire risposte che non soddisfano il nostro cuore.
Questo malessere interiore costringe il cuore e la mente ad aprirsi al consiglio.
Questo incontro tra il dubbio e il consiglio avviene, per chi riesce, nella preghiera.
L’opera di misericordia di consigliare i dubbiosi diventa per il cristiano un gesto di carità quando, attraverso l’esperienza della propria storia e guidati dalla prudenza del parlare, si offre un consiglio che non è frutto solo delle proprie convinzioni, ma un suggerimento di vita che ha la sua origine anche nella Sacra Scrittura.
Le virtù primarie che necessita il consiglio sono la prudenza, il discernimento e l’umiltà di riconoscere che, colui al quale siamo chiamati a consigliare, è una persona che vive l’angoscia del dubbio, e per questo ha bisogno di molta tenerezza e rispetto, senza dimenticare però, la verità (anche quando è dura da “digerire”).
Per un cristiano il modello del Consigliere perfetto è lo Spirito Santo. Per questa ragione colui che vuole compiere questa opera di misericordia è chiamato ad essere avvocato della persona che consiglia e non accusatore o giustiziere.
E inoltre, per compiere in pieno quest’opera, bisogna avere il dono della perseveranza: il consigliare non è un’azione immediata, ma è un’attenzione amorevole e un accompagnamento continuo della persona che abbiamo deciso di aiutare.
(Fonte: Osvaldo Rinaldi, www.zenit.org)