Festa don Rua: l'augurio dell'ispettore

martedì 29 ottobre 2019
Festa don Rua: l'augurio dell'ispettore

Carissimi confratelli,

vi scrivo da Lisbona dove mi trovo insieme al mio Vicario, don Lello, per l’incontro di Commissione Regionale del Settore Formazione. Anche se distante e dispiaciuto di non essere in ispettoria, non posso dimenticarmi del grande giorno che viviamo oggi: la festa del Beato Michele Rua. La nostra ispettoria, intitolata a don Rua, deve davvero moltissimo a questo gigante che più di ognuno di noi potrebbe cantare “Sono io don Bosco”.

Il cardinale José Calasanz Vives, ponente della causa di venerabilità di don Bosco, così diceva a don Arturo Conelli, ispettore dell’ispettoria romana il 15 agosto 1907 a conclusione della stessa causa: «Sono felicissimo di aver dovuto studiare a fondo la vita di Don Bosco, perché ho potuto conoscere che egli fu un grande santo [...] Era straordinario nell’ordinario [...] Studiando don Bosco ho imparato a stimare di più Don Rua: ho visto la speciale Provvidenza di Dio a riguardo di lui, nel chiamarlo per primo, per prepararlo, nel fargli seguire passo passo Don Bosco, perché fosse un altro Don Bosco. E Don Rua ha tali rapporti intimi con Don Bosco che può dirsi «una reliquia vivente di  Don Bosco». Oh, scriva, scriva a Don Rua, che, se prima io gli voleva bene (ed egli lo sa che gliene volevo), adesso gliene voglio ancor di più, perché studiando la vita di Don Bosco, ho visto quali rapporti egli abbia col nuovo Venerabile Servo di Dio. Se mai Don Rua venisse in stato di non poter più far nulla, non importa, basta la sua presenza, lo tengano sempre in mezzo e in capo a loro, perché egli è una reliquia vivente di Don Bosco».

Il cardinale però non era il primo a dichiarare don Rua come “un altro don Bosco”; infatti quasi un ventennio prima, il 10 febbraio 1890 l’assistente del Circolo cattolico di Nizza, un frate cappuccino, Anton Maria, così si esprimeva in pubblica assemblea, alla presenza di don Rua: «Ho visto un miracolo: D. Bosco risuscitato! Don Rua non è solo successore di Don Bosco, è un altro lui stesso, la stessa dolcezza, la stessa umiltà, la stessa semplicità, la stessa grandezza d’animo, la stessa gioia che irraggia attorno a lui. Tutto è miracolo nella vita e nelle opere di D. Bosco: ma questa perpetuità di lui stesso in D. Rua mi sembra il più grande di tutti i miracoli. Quali sono i grandi uomini ed eziandio i grandi santi, che han potuto darsi un successore simile a se stesso?». 

Ma forse il primo ad anticipare profeticamente il titolo ed il ruolo di don Rua è stato nel 1860 un suo compagno dell’Oratorio, il chierico Francesco Vaschetti in occasione dell’ordinazione sacerdotale nel luglio 1860: «Amato ed ammirato da tutti, porti in te il cuore di un altro Don Bosco, e già tutti notano a dito come degno di lui successore. Tu gli sarai dunque d’ora in avanti collaboratore instancabile nella vigna che il Signore gli affidò a coltivare!». 

 Cari confratelli, che belle testimonianze! Quanta santità riconosciuta nel quotidiano! Auguro a me e a ciascuno di voi di conoscere di più Michele Rua per poterlo imitare. In questo anno speciale dedicato alla santità giovanile, preghiamo il nostro amato beato Michele Rua perché possiamo come lui entusiasmarci nel portare il cuore e la passione educativa di don Bosco a tutti i giovani che incontriamo. 

Con tanta gioia e affetto vi saluto portandovi nella preghiera,

vostro don Angelo Santorsola, Ispettore.

8321u03pfd|00009865|donboscoalsud.it|News|Testo
8321u03pf8|000098654980|donboscoalsud.it|News|Testo|08D7D965-06C8-45AC-A045-FB7518B7406C