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Diario del Sinodo Ispettoriale
Il Sinodo Ispettoriale dei Giovani, conclusosi domenica 18 Febbraio a Santeramo, ha visto la partecipazione di molti giovani provenienti dalle case salesiane dell’intero Sud Italia, che armati di idee e spirito di rinnovamento hanno discusso e sognato nuove prospettive educative da proporre ai giovani che frequentano i nostri ambienti.
Dopo un breve momento introduttivo e il saluto dell’ispettore si è passati ai momenti cardine dell’intera esperienza: il confronto divisi in gruppi regionali, il sabato mattina, e il “question time” con l’ispettore, domenica.
Nel confronto tra i ragazzi divisi per regioni d’appartenenza, guidati dai facilitatori, si sono analizzate e commentate le schede compilate dagli oratori in fase pre-sinodale. Dopo interessanti dibattiti i tre gruppi hanno fissato quelle che per loro sono le priorità e a conclusione dei lavori di gruppo, in plenaria, un esponente per regione ha presentato le tematiche che necessitano maggiore attenzione da parte dell’ispettoria.
I temi affrontati sono variegati ma sono confluiti tutti in due macro aree: “Giovani e la Chiesa” e “Multiculturalismo”, ma la tematica che l’ha fatta da padrone è stata la prima perché ha dato la possibilità ai ragazzi di analizzare diversi aspetti dei nostri ambienti. Si è discusso a lungo dei percorsi formativi offerti ai giovani, spesso troppo poco supportati nel loro cammino di fede, ma che hanno richiesto unanimemente un occhio di riguardo in più per il loro accompagnamento spirituale. Giovani che spesso non si sentono ascoltati, dai loro coetanei e dai loro incaricati d’oratorio, che richiedono un apertura sulla trattazione di temi taboo come la sessualità.
A tali riflessioni si sono affiancate quelle sulle prospettive educative da fornire ai nostri ragazzi, cercando di fare squadra con le famiglie e le scuole andando a creare un felice “triangolo educativo”, e in fine quelle sul desiderio giovanile di essere protagonisti dei loro ambienti.
Il “Multiculturalismo” invece è stato affrontato utilizzando due chiavi di lettura, una più legata al concetto di accettare il diverso, l’altra incentrata sulle relazioni interpersonali. Nel primo caso i ragazzi hanno sottolineato la differenza tra case salesiane che hanno realtà di accoglienza (come la case famiglia) le quali sono molto più aperte e pronte ad accettare lo “straniero” rispetto alle case che non fanno questo tipo di esperienze. Nel secondo caso si faceva riferimento ai rapporti interpersonali tra le diverse figure presenti negli oratori, di base c’era una forte volontà di superare qualsiasi contatto via social network per ritornare al contatto diretto, ai faccia a faccia che aiutano a crescere e a migliorare le attività.
Il giorno seguente, la Domenica, si è dato spazio al “question time” tra giovani e ispettore, il momento centrale della tre giorni pugliese, che si è conclusa con un fortissimo applauso, simbolo del crescente entusiasmo e della volontà da parte di noi salesiani di fare sempre meglio.
Oggi più che mai i nostri oratori e le nostre città ha bisogno di un rinnovamento che parta di giovani per i giovani, riscoprendo i valori della solidarietà e del servizio. Noi GIOVANI SALESIANI dobbiamo rispondere a questo grido di aiuto ed essere il motore di questa riscoperta grazie al carisma di don Bosco che ci contraddistingue.
Lorenzo Raso