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Centro diurno "Punto Giò"
Oggi, 27 marzo 2018, in occasione della visita ispettoriale di don Angelo Santorsola all'Istituto "don Bosco" di Napoli, è stato inaugurato e benedetto il neonato Centro Diurno a bassa soglia "Punto Giò". “Punto Giò” è sorto per ospitare i minori stranieri non accompagnati intercettati dal progetto "M'interesso di te" attivato a Napoli da pochi mesi, che nasce grazie alla Federazione SCS - Salesiani per il Sociale con l'obiettivo di delimitare il fenomeno dell'esclusione sociale e dello sfruttamento minorile, attraverso interventi di recupero e reinserimento sociale: partendo dalla mediazione, si offre loro accoglienza, tutoraggio, formazione e orientamento.
I destinatari del progetto sono quei minori "invisibili", non inseriti nei circuiti istituzionali, che vivono in precarie condizioni igieniche, senza fissa dimora, con difficoltà a procurarsi cibo e vestiti e che, a causa di tali motivi, sono fortemente esposti al rischio di lasciarsi coinvolgere in attività criminali o nello sfruttamento sessuale. Gli stranieri che vengono nel nostro Paese si trovano soli, posti di fronte ad una nuova lingua che non conoscono, ad una società spesso ostile che nega loro una possibilià, ad usanze e abitudini diverse, spesso incompatibili. Nella scelta del nome "Punto Giò" abbiamo riflettuto, quindi, oltre che sui bisogni primari di cui necessitano, soprattutto sull'urgenza che questi ragazzi hanno di essere "visti" - "illuminati", di conseguenza sul dovere morale di dirigere i riflettori anche su di loro, in modo tale da permettergli di "appigliarsi a un filo di speranza in don Bosco".
Il progetto prevede diverse fasi, una prima fase di mappatura del territorio, in cui gli operatori di strada girano la città, la vivono, la scrutano, alla ricerca dei luoghi in cui è forte la presenza dei minori stranieri, per avvicinarli, ascoltarli, conoscerli, creare una prima relazione di fiducia. Obiettivo della mediazione sociale, quindi, è far comunicare culture diverse, superando differenze e pregiudizi, partendo dalla ricerca di punti in comune ai quali aggrapparsi per cercare di smussare le differenze. Proprio per raggiungere tale obbiettivo, si è deciso di scegliere degli operatori "di strada" tra loro diversi: un giovane educatore salesiano, infermiere, che conosce il territorio, e un giovane straniero che, arrivato in Italia, fu accolto dai salesiani di Roma grazie ad un progetto gemello. La seconda fase prevede che i giovani avvicinati vengano, poi, guidati al centro diurno dove, grazie al lavoro di altri due educatori, offriamo loro una prima accoglienza, cioè una risposta concreta ai bisogni primari dell'essere umano (mangiare, lavarsi, vestirsi, medicarsi, riposare, giocare, socializzare), il cui soddisfacimento è fondamentale per la salute sia fisica che mentale, oltre che un primo supporto psico-educativo che introduce alla fase successiva di inclusione: nella terza fase sono previsti, infatti, percorsi di presa in carico e di accompagnamento sociale, oltre che di formazione primaria attraverso laboratori e corsi destrutturati volti all'aggregazione, alla gestione guidata del tempo libero, all'alfabetizzazione e all'inserimento professionale. Per i giovani più motivati offriamo, quindi, la possibilità di inserirsi a pieno titolo nella società accogliente attraverso progetti di inclusione individualizzati, restituendo loro l'opportunità di riappropriarsi della propria "possibilità di scelta"!
Con la benedizione di oggi e lo sguardo di don Bosco su di noi, auguro a me ed ai miei colleghi un buon lavoro di forza e coraggio per questa avventura!
Valentina Durante, Coordinatrice progetto "M'interesso di te"