Lo "shaker" dell'Estate Ragazzi

lunedì 11 luglio 2022
Lo "shaker" dell'Estate Ragazzi

“Shakerando, shakerando…” non è solo un ritornello che da qualche mese impazza sulle varie piattaforme musicali, suonato dai più svariati dj o semplicemente viene canticchiato dai nostri giovani (e non solo loro). Si sta rivelando un'azione che i nostri Oratori stanno mettendo in campo all'indomani dei due anni vissuti tra le grinfie del Covid19.
Ma intanto cosa vuol dire "Shakerare"? Amalgamare, miscelare, scuotere gli ingredienti di un cocktail con una sorta di bicchierone chiamato shake. Un termine legato ai bar, ai pub, al mondo della gastronomia. Attenzione però, i nostri Oratori non si stanno trasformando nella versione salesiana di MasterChef per sfornare cuochi provetti. Si tratta piuttosto di quello che particolarmente in questi giorni, nella totalità delle nostre case salesiane, sta avvenendo con le tanto attese Estate Ragazzi e con la vitalità che esse stanno generando. Ci troviamo ancora una volta davanti ad un anno “nuovo”, con minori preoccupazioni organizzative rispetto alle due estati precedenti e con la possibilità di “amalgamare" in maniera innovativa gli elementi già consolidati con quelli riscoperti durante il periodo pandemico del distanziamento sociale; facendo per l’appunto delle Estate Ragazzi degli enormi shaker educativi.
Quali sono questi ingredienti che vengono amalgamati? Sicuramente lo stare insieme, il gioco, la preghiera, le varie attività laboratoriali e di gruppo che stimolano la creatività e la riflessione, il servizio di adolescenti, giovani e adulti verso i più piccoli. Ma anche l'attenzione ancor più minuziosa ad ogni ragazzo e ragazza che vivono l'esperienza, dando loro la possibilità di ricevere fiducia, di ritrovare spazi e tempi non scontati in cui confrontarsi, dialogare, raccontarsi. Si, raccontarsi. Perché i ragazzi, esprimendolo anche nei silenzi o nelle “ribellioni”, ancora una volta chiedono di potersi raccontare e di farsi conoscere. Per essere amati, per sentirsi amati. Perché in effetti solo ciò che si conosce si può amare.; e amandolo lo si può scuotere, shakerare, al modo giusto, per risvegliarlo, per evitare ogni sorta di assopimento. Per accompagnarlo all’incontro ordinario di quel Dio che mai abbandona, che sempre accompagna, incoraggia a vivere e a farlo a pieno.
Come piace da sempre a don Bosco.

don Antonio Campo, Incaricato Oratorio Foggia

 

8321u03pfd|00009865|donboscoalsud.it|News|Testo
8321u03pf8|000098654980|donboscoalsud.it|News|Testo|484A9ACE-D5F8-4E7B-9606-664A54926810